I l coronavirus scoperchia, tra gli altri, un aspetto triste e devastante: il trattamento degli anziani affidati alle case di riposo. Ormai è un susseguirsi d'inchieste e indagini che raccontano di un mondo spesso indegno di una società civile. Oltre ai maltrattamenti e alle sevizie che solo la tecnologia va svelando (chissà quanti misfatti, fisici e psicologici, sono stati compiuti prima dell'uso delle microcamere!), è il quadro complessivo di queste strutture, pubbliche e private, che sgomenta e fa profondamente riflettere.

Il nostro Stato, che dovrebbe essere maturo ed etico nel “rovesciare la piramide” e curarsi prioritariamente delle fasce deboli, è invece diventato un mostro succhiante che riflette gli interessi di un'oligarchia sempre più avida e staccata dalla realtà.

Sono state dunque dimenticate le periferie tutte, geografiche, economiche e sociali, per perseguire obiettivi finanziari (quelli che permeano questa Europa, e che mirano agli anziani solo in termini affaristici), che inevitabilmente strangolano milioni di persone bisognose, tarpano le ali ai giovani, producono disoccupazione e depressione.

È stato dimenticato chi ha lavorato tutta una vita per creare benessere, per far studiare i figli, e sopravvive oggi con pensioni da fame; è stato ridotto l'ossigeno ai malati, la speranza di vita agli anziani. Si aggiunga la limitata attenzione dedicata dalla popolazione e dai media alla terza età, e il mancato controllo che le istituzioni dovrebbero garantire, per comprendere infine perché sono stati apparecchiati simil-lazzaretti nei quali una minima scintilla provoca danni umani irreparabili.

Ho visto l'inchiesta delle Iene sulla Casa di riposo la Fontanella e su diversi altri casi, e mi sono commosso: che società abbiamo costruito? Quale umanità ci contraddistingue se non siamo capaci di prenderci cura dei deboli, dei malati, dei vecchi, e ci comportiamo invece da cloni nazisti?

Quando vedremo le statistiche, ci accorgeremo come l'epidemia abbia colpito i “vecchi poveracci”, lo dico con tutto il dolore e il rispetto, le cui morti strazianti in solitudine e le cui migliaia e migliaia di bare anonime rimarranno una macchia indelebile nella nostra storia.

Adesso, in vista della Fase 2 s'ipotizza che i cittadini ultrasettantenni affetti da polipatologie (alzi la mano chi non soffre d'ipertensione) possano essere, «per il loro bene», oggetto di limitazioni di spostamento e proroga di confinamento.

Io rabbrividisco: fuori i mafiosi e dentro gli anziani, siamo alla follia.

Cito intanto un articolo di Franco Debenedetti: «Abbiamo sopportato forti limitazioni di libertà costituzionalmente garantite: di movimento, di manifestazione, addirittura di culto, anche del diritto di proprietà, con i vincoli all'uso delle cosiddette seconde case, e con la generalizzazione del potere di interdire la cessione di beni propri. L'esercizio del voto è di fatto sospeso: un referendum costituzionale, numerose elezioni regionali e locali sono rinviate sine die. Forse era necessario, ma i cittadini, in assenza d'informazioni complete e affidabili, non possono giudicarlo. Che in una democrazia i cittadini siano privati della loro facoltà di essere informati per poter giudicare non è ulteriormente tollerabile».

Questo per spiegare che da scrupolosi cittadini abbiamo rinunciato per due mesi alle nostre libertà a fronte di un patto tra gentiluomini con il governo - quest'ultimo impegnandosi a combattere l'epidemia nel miglior modo possibile e magari sconfiggerla entro i termini stabiliti. In realtà, quel che è stato ottenuto sono oggi i ritardi nell'adozione delle contromisure di base (con ciò favorendo l'esponenzialità del contagio e oltre 25mila morti, compresi medici e operatori sanitari); la colpevole disorganizzazione del Sistema Sanitario, dell'Istituto Superiore della Sanità e della Protezione Civile in materia sanitaria (ancora oggi siamo in carenza di mascherine, di DPI e degli strumenti di screening per poter affrontare con successo la Fase 2), lo sfaldamento del traballante sistema economico.

La tenuta del sistema-Italia è stata possibile grazie sinora agli “eroi” sottopagati, ai volontari e ai cittadini obbedienti. Abbiamo rinunciato alle garanzie costituzionali, ma è il momento di pretendere che una classe politica sinora deficitaria meriti il pesante costo di mantenimento e faccia dimenticare, con i risultati, i suoi gravi errori. Noi abbiamo già dato. E siamo all'esasperazione.

CIRIACO OFFEDDU

MANAGER E SCRITTORE
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