Udienza davanti al giudice del Cairo per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto da febbraio con l'accusa di "propaganda sovversiva".

Il giovane, che continua a proclamarsi innocente, si è presentato in aula, assistito dal suo avvocato, Hoda Nasrallah.

Quest'ultimo ne ha chiesto la scarcerazione e il verdetto dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Lo stesso legale si è detto però pessimista sull'esito del colloquio con il magistrato, avvenuto nei locali di un'accademia della polizia, attigua al

complesso carcerario di Tora, nella periferia sud della capitale egiziana.

"Spero che venga rilasciato ma non lo prevedo perché è stato sollevato il problema dei libri e il giudice ha risposto 'mi presenti una domanda'. Significa che Patrick rimarrà in prigione", ha detto il legale, riferendosi alla richiesta fatta dal giovane di poter avere in cella i libri per proseguire con gli studi interrotti a causa dell'arresto.

Dell'udienza ha dato conto anche Eipr, la ong con cui Zaki collaborava, con una ricerca sugli studi di genere.

"La Corte oggi ha ascoltato Patrick e i suoi avvocati che hanno argomentato come non esistano motivi per continui rinvii" della scarcerazione.

"Gli avvocati - prosegue la ong - hanno fatto riferimento a una precedente denuncia su una tortura subita da Patrick al quartier generale della Sicurezza nazionale".

Anche Amnesty international, in base a quanto riferito dagli avvocati del giovane, afferma che la mattina del 7 febbraio scorso agenti dell'Agenzia di sicurezza nazionale egiziana arrestarono Patrick e lo tennero bendato e

ammanettato per 17 ore durante in un interrogatorio all'aeroporto. Il giovane, la ricostruzione di Amnesty, "in quelle ore sarebbe stato picchiato sulla pancia e sulla schiena e torturato con scosse elettriche".

(Unioneonline/l.f.)
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