La Casa Bianca ha confermato che oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà a Washington: «Era desideroso – ha detto un alto funzionario americano durante un briefing con un ristretto numero di giornalisti – di compiere il suo primo viaggio agli esteri negli Usa per ringraziare il Paese del sostegno bipartisan».

«La visita – è stato aggiunto - è un messaggio degli Stati Uniti a Putin e al mondo che aiuteremo l'Ucraina per tutto il tempo necessario». 

E sempre oggi Joe Biden annuncerà l’invio di un nuovo pacchetto di armi a Kiev “di quasi due miliardi di dollari” che, per la prima volta, conterrà missili Patriot.

Il timore diffuso è che Mosca possa lanciare un'altra grande offensiva su larga scala in pieno inverno, intanto il Guardian intanto rivela la frustrazione e le paure dei militari russi al fronte. Sono le telefonate - spesso non autorizzate - fra i soldati e le famiglie, intercettate dalle forze ucraine e a cui il giornale ha avuto accesso. «Nessuno ci dà da mangiare, mamma. I nostri mezzi fanno schifo, sinceramente. Prendiamo l'acqua dalle pozzanghere, poi la filtriamo e la beviamo».

Il soldato Andrey, contravvenendo agli ordini, l'8 novembre scorso ha chiamato la madre dalla città di Lyman, nell'est dell'Ucraina. «Dove sono i missili di cui Putin tanto parla? C'è un palazzo davanti a noi e non possiamo colpirlo. Ci sarebbe solo bisogno di un Caliber». Poi le rassicurazioni: «Prego sempre, mamma. Tutte le mattine». Già il 26 ottobre un soldato confidava alla moglie che stava contemplando la possibilità di arrendersi: «Sono in un sacco a pelo, tutto bagnato, con la tosse, messo male. Siamo tutti mandati consapevolmente al massacro».

(Unioneonline/s.s.)

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