Dopo settimane di violente proteste contro il governo e vittime tra i manifestanti, il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha fatto la sua mossa, annunciando che ci sarà un voto nazionale per convocare una nuova "assemblea costituente" per far fronte al conflitto che si è venuto a creare e che sta facendo scivolare pericolosamente il Paese verso la guerra civile.

Nelle intenzioni di Maduro ci sarebbe la volontà di "riformare lo Stato", mentre l'opposizione taccia il presidente di voler solo mantenere il potere a tutti i costi.

Lui, parlando ieri ai suoi sostenitori alla manifestazione del primo maggio a Caracas, mentre nel resto del Paese continuavano gli scontri tra la popolazione e la polizia, ha scandito le parole "Io non voglio la guerra civile", prima di convocare, "in base alle prerogative presidenziali come capo di Stato, il potere costituente originario per ottenere la pace che serve alla Repubblica e per sconfiggere il golpe fascista".

E poi: "Sto parlando di una Costituente profondamente operaia, decisamente operaia".

NON SI FERMANO GLI SCONTRI - Intanto migliaia di persone sono nuovamente scese in piazza in diverse città del Venezuela per protestare contro il governo. Nella stessa capitale, Caracas, uno dei cortei indetti per il primo maggio è sfociato in violenti scontri con le forze dell'ordine quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere, superando i blocchi degli agenti in assetto antisommossa, l'ufficio della commissione elettorale nazionale e la sede della Corte Suprema: la folla è stata dispersa con gas lacrimogeni. Negli scontri è rimasto ferito anche un deputato dell'opposizione.

Lo stesso è avvenuto con il corteo che partiva dalla zona est della capitale: quando i manifestanti hanno cercato di entrare in una delle strade principali gli agenti hanno cominciato a usare i lacrimogeni per allontanarli.

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