Le truppe al confine “non sono diminuite, bensì aumentate”.

A smentire l’inizio del ritiro delle forze di Mosca dalla frontiera con l’Ucraina è stato il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg, spiegando: "Stiamo monitorando molto da vicino cosa accade. Allo stesso tempo registriamo le aperture di Mosca al dialogo diplomatico e siamo pronti in questo senso. Ma stiamo ancora aspettando la reazione della Russia alle nostre risposte scritte inviate il 26 di gennaio". 

Dopo il picco massimo della tensione tra i due Paesi, culminato con l’allarme lanciato dagli Usa su una “invasione imminente” e dopo le rassicurazioni di Mosca – arrivate dopo giorno di convulsi incontri al vertice – circa la fine “programmata” delle “esercitazioni” (questa la versione ufficiale del Cremlino), l’Occidente non conferma ancora che la crisi stia definitivamente rientrando. Anzi. E anche il presidente ucraino Voldymyr Zelensky, parlando con la Bbc, ha spiegato: “Ad essere onesti reagiamo alla realtà che abbiamo e non vediamo ancora alcun ritiro. Ne abbiamo appena sentito parlare: per ora sono solo dichiarazioni". 

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Gli Usa non hanno visto un ritiro significativo delle truppe russe, la minaccia in Ucraina resta reale". 

(Unioneonline/l.f.)

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