Il capo della Wagner Evgeny Prigozhin è stato ucciso dai russi.

«Il business jet Embraer Legacy 600 con numero di registrazione RA-02795», che apparteneva al leader del gruppo di mercenari, «è stato abbattuto dal fuoco della difesa aerea del ministero della Difesa di Mosca», fa sapere il canale Telegram vicino a Wagner Grey Zone. Il velivolo sarebbe stato abbattuto mentre viaggiava nella regione di Tver, in Russia.

Poi Rosaviatsia, agenzia federale del trasporto aereo russo, ha confermato: «Nell’aereo precipitato nella regione di Tver, Evgeny Prigozhin era elencato tra i passeggeri». A bordo c’era anche il braccio destro di Prigozhin e co-fondatore del gruppo mercenario Dmitry Utkin.

La conferma definitiva è arrivata dal governatore filorusso di Zaporizhzhia, oblast in cui la Wagner ha combattuto a lungo: «Sono appena stato in contatto con importanti ‘musicisti’ (così vengono chiamati gli appartenenti alla Wagner, ndr). Hanno confermato la morte di Evgeny Prigozhin e di Dmitry Utkin».

Prima che l’aereo si schiantasse al suolo, i residenti locali hanno udito due raffiche di caratteristiche difese aeree, poi confermate dalle parole di testimoni oculari diretti e dalle scie di condensazione che si vedono nel cielo in uno dei filmati diffusi.

In precedenza, l'agenzia Tass aveva riferito che dieci persone erano morte dopo che un aereo privato si era schiantato nella regione russa di Tver, a nord di Mosca. L'aereo, in rotta da Mosca a San Pietroburgo, trasportava sette passeggeri e tre membri dell'equipaggio. Otto finora i corpi ritrovati dopo lo schianto.

Evgeny Prigozhin lo scorso giugno è stato protagonista di un fallito golpe ai danni della Federazione russa, giunto al culmine di settimane di attacchi contro il ministro della Difesa di Mosca e il capo di Stato maggiore: partito dal Donbass, dove il suo gruppo di mercenari era impegnato nella guerra contro l’Ucraina, Prigozhin ha intrapreso una marcia verso Mosca che quasi senza opposizione è arrivata a 200 km dal Cremlino, prima di essere interrotta dallo stesso leader dei mercenari, pare su mediazione del presidente bielorusso Lukashenko.

«Mi sono fermato per non spargere sangue russo», aveva detto il capo della Wagner, mentre Putin in un discorso alla nazione condannava la «pugnalata alle spalle» e minacciava «punizioni» per tutti i «traditori».

Da allora è sempre stato mistero sul destino del capo della Wagner, che è apparso qua e là in qualche video diffuso dai canali social della stessa Brigata. L’ultimo due giorni fa, in cui Prigozhin era  in Africa: «Lavoro. La temperatura è di 50 gradi. Tutto come piace a noi», diceva, aggiungendo che i suoi miliziani stavano conducento «attività di ricognizione e ricerca per rendere la Russia ancora più grande in ogni conteinente e l’Africa ancora più libera». 

«La Wagner – concludeva – sta continuano a svolgere i compiti che ci sono stati assegnati e ai quali abbiamo promesso che avremmo fatto bene».

I commenti

«A proposito di Prigozhin: vale la pena aspettare che la nebbia si dissolva... Nel frattempo è ovvio che Putin non perdona nessuno», scrive il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. «Lui aspettava il momento. È ovvio che Prigozhin avesse firmato una speciale condanna a morte per sé nel momento in cui ha creduto alle bizzarre garanzie di Lukashenko e all'altrettanto assurda parola d'onore di Putin. L'eliminazione dimostrativa di Prigozhin e del comando Wagner due mesi dopo il tentativo di golpe è un segnale di Putin alle élite russe in vista delle elezioni del 2024. Attenzione! La slealtà equivale alla morte».

La Casa Bianca usa ancora il condizionale, fa sapere che Joe Biden è stato informato di quanto avvenuto in Russia e afferma che «la morte di Prigozhin non sarebbe una sorpresa».

(Unioneonline/L)

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