Volevano assaltare il palazzo del governo del Michigan e, prima delle elezioni presidenziali del 3 novembre, rapire la governatrice democratica Gretchen Whitmer, con l'obiettivo finale di scatenare una guerra civile.

Il piano è stato sventato dall'Fbi che ha arrestato sei esponenti della galassia dell'estrema destra con l'accusa di terrorismo, associazione a delinquere e tentata cospirazione. In tutto le persone messe sotto accusa sono 13 e molte di loro rischiano ora l'ergastolo.

Il gruppo paramilitare, in possesso di armi da fuoco ed esplosivi, voleva far scattare il piano durante l'estate, quando la Whitmer era finita sotto i riflettori per essere stata nella rosa delle candidate alla vicepresidenza presa in considerazione da Joe Biden. Gli agenti federali sono entrati in azione poco prima che la milizia, che contava di arrivare fino a 200 uomini, finisse di completare l'addestramento già in corso con l'effettuazione di esercitazioni di tipo militare.

Gli incontri clandestini per mettere a punto la missione avvenivano nel seminterrato di un negozio accessibile solo attraverso una botola nascosta sotto un tappeto. Il piano prevedeva di tenere in ostaggio la Whitmer, di spostarla in una località più sicura nel vicino stato del Wisconsin e di processarla per "tradimento".

L'episodio alimenta le preoccupazioni in vista del voto del 3 novembre, con il rischio che le tensioni della campagna elettorale possano degenerare in episodi criminali.

"Ogni volta che la Casa Bianca di Donald Trump mi colpisce aumenta nei miei confronti un retorica online violenta": le parole di accusa della governatrice Whitmer.

(Unioneonline/v.l.)
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