Un attivista e ricercatore egiziano di 27 anni che sta svolgendo un master all'università di Bologna è stato arrestato all'aeroporto del Cairo.

Il giovane, attivista per i diritti delle persone Lgbt, era rientrato in Egitto per una visita ai suoi familiari, che si trovano a Mansoura.

Anche Amnesty International e le autorità egiziane hanno confermato la notizia dell'arresto.

Il ragazzo arrestato si chiama Patrick George Zaky, in Italia sta facendo un master sugli studi di genere e delle donne. "È scomparso per alcune ore all'arrivo al Cairo, ora si trova agli arresti nella città natale di Mansoura, dove rischia una detenzione prolungata e torture", ha scritto su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Amnesty parla di "ennesima persecuzione di Al Sisi" e lancia un appello: "Facciamo rumore da subito, per evitare che questo ragazzo faccia la fine di Regeni".

"Il governo italiano e le autorità accademiche dell'ateneo bolognese intervengano con decisione nei confronti del governo egiziano. Il giovane è un attivista, l'arresto è avvenuto sicuramente per il suo impegno a difesa dei diritti umani", ha dichiarato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-LeU.

"Un altro episodio - ha aggiunto Fratoianni - che coinvolge un regime che quotidianamente calpesta i diritti umani e le regole democratiche, che non ha ancora fatto il suo dovere verso l'Italia e la giustizia sulla vicenda Regeni. L'Italia si attivi per il suo rilascio".

Sul sito Change.org è stata immediatamente pubblicata da un attivista una petizione online per fare pressione sul governo egiziano. L'appello ha raccolto in poche decine di minuti oltre un migliaio di adesioni. "Patrick George Zaki - si legge - è stato rapito dalle forze di sicurezza dello Stato egiziano all'arrivo all'aeroporto del Cairo per trascorrere nel Paese le vacanze". Patrick è "scomparso forzatamente per 24 ore", poi è "ricomparso" con le autorità egiziane che "affermano di averlo arrestato a Mansoura, sua città natale" e luogo in cui vive la sua famiglia. "Le forze di sicurezza egiziane - conclude l'appello - sono

le stesse coinvolte nell'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo nel 2016".

(Unioneonline/L)
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