In Spagna alcune suore di clausura carmelitane si sono unite al movimento di protesta organizzato contro la sentenza con cui la Corte di Navarra ha condannato cinque uomini che hanno violentato una 18enne per il reato di "abusi sessuali" e non per quello di "stupro".

Il fatto risale al 7 luglio del 2016 ed è avvenuto durante la festa di San Firmino a Pamplona, quando i cinque aggressori hanno trascinato la ragazza nell'androne di un palazzo e hanno abusato di lei.

Secondo i giudici, però, la ragazza non avrebbe opposto residenza. Questo elemento ha contribuito a ridurre gli anni di condanna degli imputati da 20 a 9.

Nei giorni scorsi in tutto il Paese centinaia di manifestanti erano scesi in piazza contro la decisione dei giudici.

Anche le monache del monastero di Hondarribia, nei Paesi Baschi, dove vivono 16 sorelle dell'ordine delle Moniali scalze, hanno espresso la loro contrarietà in merito alla decisione del tribunale pubblicando un post su Facebook in cui, schierandosi a favore della vittima, scrivono "sorella, io ti credo".

La frase riprende lo slogan usato durante le proteste.

"Noi viviamo in clausura, portiamo un abito che ci arriva quasi alle caviglie, non usciamo la sera (salvo emergenze), non andiamo alle feste, non beviamo alcol e abbiamo fatto voto di castità", scrivono le suore.

"Dal momento che è una scelta libera, difendiamo con ogni mezzo a nostra disposizione il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario, senza che vengano per questo giudicate, violentate, minacciate, assassinate o umiliate", concludono.

La procura della regione di Navarra ha annunciato ieri che farà ricorso contro la sentenza e il governo spagnolo intende valutare l'ipotesi di una riforma del codice penale.

In Spagna il reato di "abuso sessuale" implica che non ci sono state "violenza o intimidazione".

IL VIDEO CHE RICOSTRUISCE LA VICENDA:

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