All’indomani dello scambio ostaggi-prigionieri e della firma a Sharm el Sheikh, l’accordo su Gaza inizia a moostrare le prime crepe.

Israele ha chiuso il valico di Rafah, funzionari israeliani hanno dichiarato che resterà chiuso anche domani e che il flusso di aiuti verso l’enclave palestinese sarà ridotto. Le misure sono state prese contro Hamas «per non aver consegnato i corpi di tutti gli ostaggi morti» e gli aiuti saranno limitati finché non «saranno riconsegnati tutti i corpi».

Sono quattro i corpi di ostaggi consegnati ieri, una squadra egiziana è al lavoro per trovare gli altri. Ma il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato che ci vorrà del tempo – giorni o settimane - per consegnarli tutti: si tratta di una «sfida enorme» data la difficoltà di trovare corpi tra le macerie di Gaza. 

D'altronde il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), che sta attualmente valutando le esigenze di ricostruzione a Gaza, afferma che oltre l'80% di tutti gli edifici nella Striscia sono distrutti o danneggiati, mentre nel capoluogo Gaza City la percentuale arriva al 92%. Un portavoce dell'Undp a Ginevra descrive la distruzione come «devastante», riporta il Guardian. L'organizzazione stima che sia necessario sgomberare almeno 55 milioni di tonnellate di macerie. L'Undp afferma di aver avviato alcune operazioni di sgombero, ma la presenza di ordigni inesplosi sta ostacolando i lavori.

Non solo il valico di Rafah, stamattina sei persone sono state uccise dal fuoco israeliano nel quartiere orientale di Shejiaya a Gaza City, sotto il controllo delle Idf in base all'accordo di cessate il fuoco. Secondo fonti militari israeliane citate da Times of Israel, i sei si erano avvicinati troppo alle truppe. Ira di Hamas che parla di violazione delle intese e invita le parti dell'accordo a monitorare la condotta di Israele e a «non permettergli di sottrarsi agli impegni assunti con i mediatori». 

Scontri armati si sono verificati a Gaza City anche tra  membri di Hamas e uomini armati di clan locali, riporta Haaretz. Le tensioni all'interno di Gaza stanno aumentando in seguito a una serie di violenti scontri avvenuti negli ultimi giorni, in concomitanza con l'entrata in vigore dell'accordo di cessate il fuoco. Fonti affiliate ad Hamas hanno dichiarato ad Haaretz che gli scontri sono necessari affinché il gruppo possa «ripristinare l'ordine» dopo un prolungato periodo di instabilità.

I critici di Hamas, tuttavia, hanno affermato che la mossa era un tentativo di affermare l'autorità del gruppo nella Striscia prima del possibile dispiegamento di una forza araba o internazionale. 

(Unioneonline/L)

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