Si fingeva il ministro Le Drian e chiedeva a ricchi e potenti di tutto il mondo un prestito, una sorta di anticipo, per missioni "top secret" contro il terrorismo o per la liberazione di ostaggi. Portandosi così a casa un ricco bottino, stimato in almeno 50 milioni di euro con vittime capi di stato, eminenze religiose e ricchi "patron".

Ieri, a Parigi, si è aperto il processo per truffa aggravata. Al centro della messinscena, durata almeno un paio d'anni, dal 2015 al 2017, la capacità dei due principali imputati, Gérard Chikli e Anthony Lasarevitsch, di impersonare Jean-Yves Le Drian, allora ministro della Difesa, passato oggi agli Esteri.

Secondo l'accusa, i due forti del supporto di cinque complici si sono fatti passare per Le Drian raggiungendo al telefono diversi dirigenti politici, presidenti di società o associazioni, e chiedendo un aiuto finanziario urgente per "operazioni top secret" dello stato francese.

I motivi addotti più spesso erano il pagamento di un riscatto per liberare ostaggi in Siria o la lotta al terrorismo. Le vittime della truffa venivano tranquillizzate dalla promessa di un rimborso immediato.

I truffatori inviavano loro lettere con l'intestazione del ministero della Difesa e, in qualche caso, apparivano in videoconferenza con l'abito e una maschera di Le Drian, sullo sfondo di un falso ufficio del ministro. Fra i truffati - oltre 150 - il presidente del Gabon Ali Bongo, l'associazione antiaids Sidacton, il presidente del gruppo Lafarge e l'arcivescovo di Parigi. A cadere in trappola sono stati, fra l'altro, il capo spirituale dei musulmani sciiti ismaeliti, Karim Aga Khan IV, che ci ha rimesso 7,7 milioni di euro, e uno degli uomini più ricchi di Turchia, Inan Kirac, al quale sono stati sottratti 45 milioni di euro. Le somme, trasferite su conti appositamente predisposti, non sono state ritrovate.

Gerard Chikli, 54 anni, uno dei due organizzatori accusati della truffa, è ben noto alla polizia francese.

Franco-israeliano, è considerato l'inventore della truffa del "falso presidente": i malfattori si fanno passare per imprenditori grazie a perfette imitazioni e si fanno elargire somme dai propri collaboratori. La sua storia ha anche ispirato un film nel 2015, "Je compte sur vous". Nell'agosto del 2017, fu arrestato in Ucraina con Lasarevitsch, 35 anni. Secondo le accuse, i due stavano preparando un'altra truffa, stavolta l'usurpazione dell'identità del principe Alberto II di Monaco.

(Unioneonline/v.l.)
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