Una scia di sangue lunga tre anni, con cinque donne e due bimbe uccise. Artefice quello che viene comunemente definito il "primo serial killer di Cipro", e che sembrerebbe corrispondere al capitano Nicos Metaxas, 35 anni, che ha confessato ma ancora non è stato "formalmente accusato".

E proprio oggi la polizia dice di aver recuperato il quinto corpo, il secondo in una settimana, trovato in una valigia in un lago a sud-ovest di Nicosia.

Si tratterebbe di un cadavere in "stato avanzato di decomposizione", e stando alle prime informazioni trapelate apparterrebbe a un bambino.

Le uccisioni sono venute alla luce a metà aprile, quando piogge insolitamente pesanti hanno portato alla luce, da un pozzo in cui risultava sepolto, il corpo di una delle vittime, la trentunenne filippina Maria Rosa Tiburcio.

Proprio dalla scoperta hanno preso il via le indagini che hanno portato all'arresto, e poi alla confessione, di Metaxas.

Quindi i ritrovamenti del corpo di una seconda donna, la 28enne filippina Arian Palanas Lozano, del cadavere di una terza vittima che si ritiene provenga dal Nepal, e di una quarta in una valigia sul fondo del lago a Mitsero.

Sulla vicenda le autorità cipriote sono fra l’altro accusate di non aver correttamente indagato in questo le vittime erano straniere. A seguito ciò erano arrivate nei giorni scorsi anche le dimissioni del ministro della Giustizia, Ionas Nicolau, che ha detto di avere preso la decisione per ragioni di "coscienza e principio", ma ha negato di avere alcuna responsabilità per "le apparenti carenze" da parte della polizia nella gestione iniziale dei casi delle donne scomparse.

(Unioneonline/v.l.)
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