Nuove rivelazioni sul caso delle interferenze russe sulle elezioni americane del 2016, in cui trionfò Donald Trump, contro la sfidante democratica Hillary Clinton.

L'intelligence del Senato ha concluso che in quell'anno i sistemi elettorali di tutti i 50 gli Stati degli Usa furono nel mirino di Mosca, con azioni iniziate nel 2014 e che sono continuate fino al 2017.

Su richiesta delle agenzie di intelligence, la commissione è stata costretta a coprire con omissis le sue scoperte, che sembrano andare oltre quanto riconosciuto finora dalle autorità federali.

Nel caso dell'Illinois, "i cyberattori russi erano nella posizione di cancellare o cambiare i dati degli elettori", riporta il "New York Times", anche se non sono state trovare prove che lo fecero.

Il rapporto arriva a due giorni di distanza dalle dichiarazioni rese durante l'audizione in commissione Giustizia alla Camera dall'ex procuratore del Russiagate Robert Mueller.

In quell'occasione, ha spiegato che l'esito delle indagini sul caso non scagiona il presidente Trump, che potrebbe essere incriminato alla fine del suo mandato, e che The Donald si è rifiutato di farsi interrogare dallo staff preposto alle indagini.

(Unioneonline/F)
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