Sono arrivate le prime incriminazioni nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate, condotta dal superprocuratore Robert Mueller.

E il primo incriminato, l'ex manager della campagna elettorale di Donald Trump, si è costituito davanti al procuratore speciale dell'Fbi.

Si tratta di Paul Manafort, 68 anni, e con lui sarebbe coinvolto anche il suo ex socio d'affari Rick Gates.

Sono 12 i capi d'accusa nei suoi confronti, e tra questi ci sono anche la cospirazione contro gli Stati Uniti e l'aver svolto il ruolo di agente non dichiarato di un governo straniero.

C'è anche l'accusa di frode fiscale: Manafort avrebbe creato delle aziende a Cipro per ricevere - secondo l'accusa - pagamenti da politici e imprenditori dell'Europa orientale. E nei documenti collegati a queste società apparirebbe anche il nome di Rick Gates.

Oltre 75 milioni sono passati sui conti offshore di Manafort, che - secondo l'accusa - avrebbe "riciclato oltre 18 milioni di dollari usati per comprare beni, proprietà e servizi negli Stati Uniti".

I due si sono dichiarati entrambi non colpevoli e sono stati inviati agli arresti domiciliari.

E la Casa Bianca pubblica una nota per precisare come le accuse contro Paul Manafort "non hanno niente a che fare con il presidente, la presidenza e la campagna elettorale: non ci sono collusioni e le incriminazioni di oggi non cambiano questo fatto".

(Redazione Online/L)

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