«Stiamo riflettendo. Il piano A - ottenere aiuto dal governo italiano - è saltato. Adesso stiamo studiando dei piani alternativi. Il presidente della Repubblica è l'ultima arma che ci rimane». Lo spiega Roberto Salis, il padre di Ilaria, la donna detenuta a Budapest da quasi un anno con l'accusa di avere aggredito degli estremisti di destra, in un'intervista a La Stampa dove dichiara di essere «furibondo» per l'esito degli incontri con i ministri Nordio e Tajani.

«È stato un incontro sconfortante con entrambi. Ci hanno lasciati completamente soli. Mia figlia Ilaria rischia di stare ancora molto tempo in quella galera di Budapest - prosegue -. Rivedremo le manette ai suoi polsi e le catene ai piedi molte altre volte ancora».

A Roma, Roberto Salis e il suo legale erano andati per chiedere ai ministri «due documenti per sostenere la nostra richiesta di arresti domiciliari in Italia. Quei fogli di accompagnamento, firmati dai ministri, sarebbero serviti come garanzia per il governo ungherese. Ma li hanno negati entrambi - racconta -. Ci hanno detto che la nostra era una richiesta irrituale. Una domanda che rischiava di creare dei precedenti. E poi hanno detto che sarebbe stata, anche, un'excusatio non petita».

Il rapporto stretto tra Giorgia Meloni e Orban, secondo Salis, non può aiutare in questo caso. «No, io non credo a queste cose. Credo che ci sia una gestione inadeguata per problemi del genere - conclude -. Lo penso in assoluto. Infatti, credo che neppure con un altro governo le cose per Ilaria sarebbero cambiate più di tanto».

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata