Si aggiunge un nuovo tassello nel dossier del caso Regeni, il ricercatore italiano trovato morto con evidenti segni di tortura il 3 febbraio dello scorso anno al Cairo.

È spuntato un video, che risalirebbe al 6 gennaio, in cui si vede il dottorando parlare con Mohamed Abdallah, il sindacalista che lo denunciò al ministero dell'Interno.

Nell'audio, l'uomo sembra fare pressioni sul giovane per ottenere denaro.

"Io ho una situazione familiare disagiata. Mia figlia è stata operata il cinque. Mia moglie deve essere operata per cancro. Per cui io sono disposto a buttarmi su qualsiasi cosa, l'importante che ne escano fuori dei soldi!"

E Regeni risponde in arabo: "Non posso darti soldi perché non sono miei. Sono un accademico e non posso scriverli nella richiesta per l'istituzione britannica, non posso usarli per ragioni private".

Le immagini, trasmesse sulla rete tv panaraba "Al Arabiya", sono state girate di nascosto dal sindacalista che le ha poi consegnate ai servizi segreti egiziani.

E potrebbero essere determinanti per chiarire i tanti aspetti oscuri che ancora circondano la vicenda.

Secondo indiscrezioni, inoltre, il video sarebbe stato realizzato con la collaborazione della polizia cairota, in quanto girato con un'apparecchiatura in dotazione alle forze dell'ordine locali, nascosta in un bottone della camicia indossata da Abdallah.

IL VIDEO TRASMESSO DA AL ARABIYA:

Intanto, l'Egitto ha dato il via libera agli esperti italiani per recuperare ed esaminare i filmati delle telecamere a circuito chiuso del Cairo.

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