Mancavano almeno tre dei quattro bulloni che lo avrebbero dovuto chiudere. Non era stato fissato bene il portellone del Boeing 737 Max dell’Alaska Airlines saltato lo scorso 5 gennaio sull’aereo partito da Portland e diretto a Ontario, in California.

Lo sostiene il rapporto del National Transportation Safety Board degli Stati Uniti nella sua indagine sulla tragedia aerea sfiorata.

Il portellone è letteralmente esploso 20 minuti dopo il decollo: terrore puro a bordo, le immagini finite sui social sono da brividi. Il pannello che si stacca, il buco nella fusoliera, il vento gelido che entra, la maschere di ossigeno che scendono e qualche indumento che vola fuori.

Per fortuna la tragedia è stata solo sfiorata, il pilota è stato costretto a un atterraggio d’emergenza e tutte le 177 persone a bordo del velivolo si sono salvate.

Dopo l’incidente la compagnia aerea americana ha fermato precauzionalmente i suoi 65 Boeing 737 Max 9, un modello già finito al centro delle polemiche per questioni di sicurezza. E quel fissaggio fatto male, senza i bulloni, che ha causato l’esplosione del portellone, è destinato a generare ulteriori polemiche.

La mancanza di bulloni, si legge nell'indagine, ha fatto sì che il portellone che copriva un'uscita di sicurezza inutilizzata si è spostato e quindi si è staccato creando un buco nella fusoliera e di conseguenza un'improvvisa depressurizzazione. Il pezzo è stato prodotto dall'azienda Spirit AeroSystems, fornitrice della Boeing e già nel mirino per altri incidenti. Secondo la ricostruzione, il portellone era stato rimosso in fabbrica per una serie di danni durante la produzione, quando è stato reinstallato nella fusoliera per la consegna all'azienda americana, almeno tre dei quattro bulloni mancavano, come dimostrerebbero una serie di fotografie. 

(Unioneonline/L)

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