La denuncia l’hanno fatta in tanti, associazioni ambientaliste, cittadini e osservatori: da diversi giorni una marea nera si è riversata sulle coste delle isole Kerkennah, in Tunisia, a circa 120 chilometri a sud di Lampedusa, e arriverebbe da una piattaforma a 7 chilometri dalla costa, di proprietà di una società britannica.

Ma la notizia è stata tenuta in sordina, e ieri le autorità tunisine hanno fatto sapere che il pericolo è rientrato, che tutto è sotto controllo. Sarà veramente così? E soprattutto: si è già provveduto a ripulire le acque dal petrolio?

L’allarme è stato rilanciato oggi anche da Pier Franco Devias: "Da dieci giorni in Tunisia, a pochi chilometri da noi, si sta consumando una catastrofe ecologica. Una perdita in una piattaforma petrolifera, situata a poche miglia dalla costa, ha riversato in mare una marea nera che ha invaso le coste e distrutto l'ecosistema (e l'economia). La notizia è stata quasi completamente oscurata dai mezzi di informazione, nonostante tutto ciò accada a meno di un mese dal referendum sulle trivelle", scrive il militante indipendentista sulla sua pagina Facebook. "La lobby dei petrolieri non gradirebbe che, a pochi giorni dal referendum, girino notizie che dimostrino a tutti la pericolosità delle trivellazioni sotto costa. E allora cosa facciamo noi per tutta risposta? Condividiamo e informiamo".
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