Un altro scandalo si abbatte su Downing Street.

In piena pandemia, e prima che le restrizioni venissero allentate, ci sarebbero stati dei meeting nel cortile della residenza londinese del primo ministro tra membri dello staff del premier Tory Boris Johnson.

Secondo testimoni il 20 maggio di quell'anno sarebbe intervenuto a un certo punto lo stesso BoJo, con la first lady Carrie Symonds: in totale 100 gli inviti che il capo della segreteria personale del primo ministro, Martin Reynolds, avrebbe rivolto ad altrettanti funzionari e collaboratori per partecipare a un incontro in giardino presentato come "un drink distanziato" per rilassarsi dopo le fatiche del primissimo periodo della pandemia: ciascuno si sarebbe dovuto portare da bere.

Una bella grana sull’amministrazione Johnson, che solo dal primo giugno alleggerì le restrizioni a partire dagli incontri sociali all'aperto.

Di qui le accuse delle opposizioni, dai laburisti ai liberaldemocratici, che rinfacciano a Johnson e al suo staff di aver violato platealmente le regole di cautela fissate proprio dall'esecutivo per tutta la durata del lockdown e imposte a milioni di britannici fra sofferenze e limitazioni. La vicenda era già emersa sui giornali, assieme a quella di altri presunti meeting, o party, tenutisi sempre a maggio del 2020 a Downing Street.

Ora però si aggiungono le mail di Reynolds e le conferme sull'accaduto anticipate fin da un paio di giorni fa da Dominic Cummin, l'ex guru della Brexit divenuto nemico giurato di Johnson dopo essere stato silurato oltre un anno fa dal suo incarico di eminenza grigia dell'entourage del premier Tory.

A quanto riferisce in nottata la Bbc, al momento la polizia non ha ritenuto di aprire inchieste ufficiali, ma ha comunque preso contatti con funzionari di governo per approfondire i fatti e verificare se vi siano profili legali ancora rilevanti a un anno e mezzo di distanza. 

(Unioneonline/D)

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