Papa Francesco, il gelo di Netanyahu: Israele fa cancellare i post di cordoglio delle Ambasciate
Quella frase sul «genocidio» a Gaza. Il premier è uno dei pochissimi leader a non aver omaggiato il Santo Padre, ira dei diplomatici per l’ordine del ministero: «Eliminate quei post»Benjamin Netanyahu (Ansa)
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Fra le tante manifestazioni di cordoglio di capi di Stato e Governo per la scomparsa di Papa Francesco, fa rumore il silenzio di Benjamin Netanyahu, che certifica il gelo tra Israele e Vaticano dopo le continue prese di posizione del Pontefice a favore della popolazione di Gaza.
Il premier israeliano è stato uno dei pochissimi leader mondiali a non omaggiare il Santo Padre nel giorno del decesso. Inoltre il ministero degli Esteri ha cancellato un post pubblicato sui profili social: «Riposa in pace, papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione». E ha ordinato che venissero cancellati tutti i post di cordoglio pubblicati dalle ambasciate israeliane di tutto il mondo.
L’ordine del ministero ha provocato un’ondata di indignazione tra i diplomatici israeliani, che hanno condiviso rabbia e costernazione nei gruppi WhatsApp interni del ministero degli Esteri, denunciando «il grave danno all’immagine di Israele agli occhi di centinaia di milioni di fedeli cattolici in tutto il mondo».
«Stiamo cancellando un post semplice, innocuo, che esprime un cordoglio basilare, è chiaro a tutti che è solo a causa delle critiche del papa per la guerra a Gaza», ha affermato esplicitamente uno di loro.
I rapporti tra il Papa e Israele sono andati in frantumi nell’ultimo anno e mezzo, per via della risposta, ritenuta sproporzionata da Bergoglio, di Tel Aviv all’attacco terroristico di Hamas.
In una telefonata del novembre 2023, un mese dopo il massacro di Hamas, Bergoglio parlando al telefono con il presidente israeliano Isaac Herzog gli disse che è «vietato rispondere al terrore con il terrore». Centinaia di leader e studiosi ebrei scrissero una lettera aperta a Francesco, chiedendo alla Chiesa di condannare inequivocabilmente gli attacchi di Hamas e di distinguere il terrorismo dalla guerra contro i terroristi. Il pontefice aspettò tre mesi prima di rispondere, fu sottolineato in Israele, con una missiva in cui condannava l'antisemitismo, riaffermava il legame tra la Chiesa e gli ebrei e sottolineava che il suo «cuore era straziato alla vista di ciò che stava accadendo in Terra Santa». Ma non menzionava Hamas.
Le comunità ebraiche hanno più volte indicato negli ultimi 18 mesi che Francesco parlava continuamente del dolore del popolo di Gaza ma non citava il dolore degli israeliani per gli orrori perpetrati da Hamas il 7 ottobre, anche se il Pontefice ha più volte chiesto la liberazione degli ostaggi. La distanza si è ampliata nel giorno in cui il Papa ha parlato apertamente di «genocidio» a Gaza e chiesto l’apertura di un'indagine per quanto sta accadendo nella Striscia.
Così Netanyahu lunedì è stato l'unico leader del Medio Oriente a non scrivere un messaggio di condoglianze per la morte del Santo Padre.
(Unioneonline)