Dopo essere stato rilasciato tre giorni dopo l'arresto al confine con la Bolivia, Cesare Battisti - l'ex terrorista dei dei Proletari Armati per il Comunismo condannato a 4 ergastoli che vive da 10 anni in Brasile - è tornato a parlare del suo caso in un'intervista a TV tribuna, un’emittente locale del network di Rede Globo.

Le telecamere lo hanno ripreso nell'abitazione che lo ospita a Cananeia, a oltre 250 chilometri da San Paolo.

"STAVO ANDANDO A PESCARE" - Alle domande dei giornalisti sul suo tentativo di fuga, legato alle sempre più pressanti richieste di estradizione da parte dell'Italia, ha risposto affermando di non aver avuto alcuna intenzione di scappare: "Ero con due amici, stavamo andando a pescare e a comprare vini e articoli di cuoio. Prima di arrivare alla frontiera ci hanno fermati e poi subito dopo", ha dichiarato.

"Hanno rivoltato la nostra auto come un calzino. Mi hanno accusato di esportazione illegale di valuta, ma c’è un grande errore; quei soldi erano da usare tra noi tre, quindi non abbiamo superato nessuna soglia, non capisco perché me li abbiano attribuiti tutti a me", ha poi spiegato.

Il riferimento è alle forze dell'ordine brasiliane, che lo hanno trovato in possesso di 6mila dollari e 1.300 euro.

L'ex terrorista è stato poi scagionato dalle accuse di esportazione illegale di valuta e riciclaggio di denaro dal giudice José Marcos Lunardelli, che ha disposto per lui solo l'obbligo di presentarsi una volta al mese in tribunale per dimostrare la sua residenza nel Paese sudamericano.

"POSSO ENTRARE E USCIRE DAL BRASILE QUANDO VOGLIO" - Battisti ha poi precisato di non avere essere un rifugiato politico del Brasile.

"Non ho lo status di rifugiato, sono un immigrato con un visto permanente; pertanto posso entrare e uscire dal Paese ogni volta che voglio, come qualsiasi altro cittadino brasiliano", ha affermato.

LA SCARCERAZIONE:

(Redazione Online/F)

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