Se in Europa occidentale l'epidemia di coronavirus sembra essere per ora sotto controllo nella maggior parte dei Paesi, "abbiamo ancora trend preoccupanti nell'Europa meridionale e nei Balcani".

E' l'allarme lanciato dall'Oms nel giorno in cui i casi di Covid-19 nel mondo superano quota 15 milioni.

I fronti europei più caldi sono due: la Spagna da un lato, la Romania dall'altro, dove si può includere anche buona parte della regione dei Balcani.

"Non siamo ancora fuori pericolo nell'ambiente europeo, serve una vigilanza costante", ammonisce Mike Ryan, capo del programma per le emergenze dell'Oms.

In Spagna i focolai aumentano di giorno in giorno, sono ormai 224 secondo i dati forniti dalle autorità, 23 in più rispetto a quelli di due giorni fa, con 2.622 contagi. La situazione più critica resta in Catalogna, ma anche Aragona e Andalusia sono in piena emergenza.

Nell'intero Paese si contano 266.194 casi e 28.424 morti. I nuovi positivi sono per la maggior parte collegati ad attività di raccolta della frutta, oltre a luoghi in cui le misure di prevenzione sono state allentate come gli ambienti familiari e le discoteche.

Oggi nuovo record di contagi giornalieri in Romania: 1.030, il numero più alto dall'inizio della pandemia che porta il totale dei casi a 40.163. E' il Paese dei Balcani più colpito, ma non scherzano Serbia (426 casi in un giorno) e Bosnia Erzegovina, che con 324 nuove infezioni ha fatto registrare il dato giornaliero più alto. In questi Paesi la curva è ancora in grande ascesa.

Al Nord rischia di ricadere nell'incubo uno dei Paesi con più contagi e morti in rapporto alla popolazione. Parliamo del Belgio, dove tra il 12 e il 18 luglio i nuovi casi sono aumentati dell'89% rispetto alla settimana precedente. Tanto che le autorità sottolineano che bisogna "agire rapidamente" per evitare nuove misure di contenimento.

E la Svezia, che già in termini di vittime ha uno dei bilanci più pesanti al mondo, ha diffuso uno scenario che prevede altri 3mila morti. Mentre 25 medici e scienziati svedesi, in una lettera aperta al quotidiano Usa Today, hanno invitato il mondo a non seguire la linea di Stoccolma, troppo morbida.

(Unioneonline/L)
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