Due carri armati israeliani «sono entrati con la forza» in una postazione dell'Unifil nel sud del Libano

Quindici caschi blu sono rimasti intossicati dal fumo entrato nel campo, emesso dai colpi sparati dall’Idf: «Nonostante indossassero maschere protettive, quindici peacekeeper hanno subito effetti, tra cui irritazioni cutanee e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è entrato nel campo, e stanno ricevendo cure», fa sapere Unifil.

Inoltre, «ieri i soldati dell'esercito israeliano hanno bloccato un movimento logistico cruciale dell'Unifil vicino a Meiss el-Jabal, impedendone il passaggio. Questo movimento cruciale non ha potuto essere effettuato», ha riferito la missione di peacekeeping nel sud del Libano. 

Sono due i diversi episodi denunciati dal contingente Onu. Uno stamane, con l'irruzione di due tank israeliani in una postazione a Ramyah, e uno ieri, nel quale «i soldati dell'Idf hanno fermato un movimento logistico critico dell'Unifil nei pressi di Meiss ej Jebel, negandogli il passaggio».

Nella nota si sottolinea che «per la quarta volta in pochi giorni, ricordiamo all'Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare in ogni momento l'inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite. Violare ed entrare in una posizione Onu è un'ulteriore flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. Ogni attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Il mandato dell'Unifil prevede la sua libertà di movimento nella sua area di operazioni e qualsiasi restrizione a ciò è una violazione della risoluzione 1701».

Il comunicato dell’Unifil arriva pochi minuti dopo l’avvertimento di Netanyahu, che aveva chiesto alla missione di peacekeeping dell’Onu di lascia la “Blue line” al confine tra Israele e Libano per non mettere a rischi la vita dei caschi blu.

E l’Onu rincara la dose: «Gli attacchi di Israele contro Unifil potrebbero essere crimini di guerra», afferma il segretario generale Antonio Guterres. «Il personale dell'Unifil e le sue strutture non dovrebbero mai essere attaccate. Gli attacchi contro le forze di pace sono una violazione della legge internazionale e del diritto umanitario. Potrebbero essere un crimine di guerra".

LA VERSIONE DI ISRAELE

Israele ha riferito che un suo tank si è scontrato con una postazione della missione di pace perché era «sotto il fuoco». «Una revisione iniziale ha mostrato che un carro armato dell'Idf che stava cercando di evacuare i soldati feriti mentre era ancora sotto tiro è arretrato di diversi metri in una postazione Unifil. Una volta cessato il fuoco nemico, e in seguito all'evacuazione dei soldati feriti, il carro armato ha lasciato la postazione», ha comunicato l'Idf. 

Anche riguardo agli spari dei giorni scorsi, «sono errori», dichiara al Tg1 il portavoce dell’Idf Daniel Hagari. «Non stiamo puntando contro Unifil, l’Italia è un amico molto importante di Israele. Stiamo indagando sugli eventi nei giorni scorsi, lo stiamo facendo in modo molto serio per evitare che una cosa del genere si ripeta. Stiamo attaccando solo Hezbollah che in certi casi si nasconde vicino o dietro le basi dell'Onu».

IL DRONE DI HEZBOLLAH

Hezbollah intanto con un drone ha colpito l'area di Binyamina nel centro di Israele. Lo riporta The Times of Israel, precisando che si sono decine di feriti, oltre 60, alcuni in gravi condizioni. Sul posto ambulanze ed elicotteri dell'aeronautica militare. La difesa aerea israeliana ha maggiori difficoltà a intercettare i droni rispetto ai razzi.

Il bilancio degli attacchi israeliani di ieri in Libano è di 51 morti e 174 feriti. L'aumento degli attacchi aerei su quelli che Israele descrive come siti del gruppo militante libanese Hezbollah in Libano dal 23 settembre ad oggi ha portato complessivamente ad un bilancio di più di 1.300 morti, secondo un conteggio ufficiale dell'Afp, compreso quello di sabato.

NETANYAHU MINACCIA

Il premier israeliano in una dichiarazione registrata si è rivolto direttamente al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

«È giunto il momento di rimuovere l’Unifil dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah. L’Idf lo ha chiesto ripetutamente, e ha avuto ripetuti rifiuti, tutti volti a fornire uno scudo umano ai miliziani di Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende ostaggi di Hezbollah, e questo mette in pericolo la loro vita e quella dei nostri soldati», ha affermato Netanyahu, dicendosi «rammaricato per l’infortunio subito dai soldati Unifil» e aggiungendo che Israele «fa di tutto per prevenire questi incidenti».

Netanyahu si è rivolto anche ad «alcuni leader europei» che a suo avviso «stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato», perché «invece di criticare Israele dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usava l’Urnwa».

Una richiesta, quella di Netanyahu, «condannata» dal primo ministro libanese Najib Mikati. «Condanniamo la posizione di Netanyahu e l'aggressione israeliana contro le forze di peacekeeping dell'Unifil», afferma Mikari, aggiungendo che «l'avvertimento che Netanyahu ha rivolto a Guterres chiedendo la rimozione dell'Unifil rappresenta un nuovo capitolo nell'approccio del nemico nel non rispettare le norme internazionali».

LA CONDANNA ITALIANA

Il premier israeliano ha avuto anche un colloquio telefonico con Giorgia Meloni che, fa sapere Palazzo Chigi, «ha ribadito l’inaccettabilità degli attacchi a Unifil» e ricordato che la missione agisce su mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La premier «ha sottolineato l'assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita e ha rinnovato l'impegno dell'Italia in questo senso, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati».

Per il ministro della Difesa Guido Crosetto quello odierno è un «un atto inaccettabile nei confronti della Forza di pace delle Nazioni Unite, il cui mandato è orientato esclusivamente al mantenimento della stabilità e della sicurezza nell'area. A seguito di questa grave violazione ho chiesto al capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, di mettersi in contatto con il suo omologo. Il generale Portolano ha prontamente interloquito con il capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane, generale Herzi Halevi, ribadendo la necessità di evitare ulteriori azioni ostili. Stessa cosa mi ha assicurato il mio omologo, Gallant».

Negli ultimi giorni cinque caschi blu sono stati feriti dall’esercito israeliano, che ha attaccato anche le basi italiane. Alla missione Unifil partecipano circa 1.200 soldati italiani, in gran parte sardi, con la Brigata Sassari che guida le operazioni nel settore ovest.

(Unioneonline/L)

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