Il mondo ha superato ormai i 35 milioni di contagi da inizio pandemia, e cerca di correre ai riparti mentre si impennano i casi e le vittime in diverse parti del mondo. Le grandi città simbolo del pianeta impongono via via misure sempre più restrittive.

A cominciare da New York, dove da mercoledì scatta un lockdown totale in nove quartieri. Mentre l'America si prepara alle presidenziali e segue con il fiato sospeso le condizioni di Donald Trump, Bill De Blasio, sindaco di New York, annuncia la stretta, spiegando che saranno le zone di Brooklyn e Queens a chiudere.

Misure restrittive anche a Parigi. La Francia ha contato ieri 17mila casi, oggi 12.500, fisiologico calo dovuto alla diminuzione di test nel weekend, e la curva dei contagi nella Capitale e nell'Ile de France non accenna a piegarsi. Così Parigi da lunedì non è più zona rossa, è zona di "massima allerta", color scarlatto. E scatta la chiusura dei bar. Troppi contagi, in aumento i morti e sempre più posti letto occupati, soprattutto in rianimazione, e il 61% degli abitanti della Regione secondo un sondaggio è favorevole alla chiusura dei bar. Restano aperti i ristoranti, grazie al protocollo presentato dai gestori che scongiura per il momento la chiusura. Prevede raccolta di nomi e indirizzi dei clienti, misurazione della febbre e un tetto massimo di otto coperti per ogni tavola. Gli annunci sulle nuove misure verranno dati nella mattinata di lunedì dal sindaco Anne Hidalgo.

In Gran Bretagna Boris Johnson ha messo in guardia i cittadini: "La strada può essere ancora accidentata, fino a Natale e oltre". Nel Regno Unito si registrano circa 7mila casi al giorno.

Lockdown parziale anche a Madrid, con 4 milioni e mezzo di persone che non possono allontanarsi dalla propria zona se non per motivi di lavoro o salute. Le autorità locali hanno presentato ricorso alla magistratura contro la decisione del governo.

(Unioneonline/L)
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