Missili russi caduti in Polonia, Mosca rigetta le accuse: «Non sono nostri». L’ipotesi dei resti di un razzo abbattuto
Morte due persone. Il premier polacco convoca una riunione urgente, potrebbe decidere di invocare l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico: si rischia l'allargamento del conflitto. Kiev chiede un immediato vertice Nato
Altissima tensione al confine con l’Ucraina.
Secondo fonti di intelligence americane due missili russi sono caduti nel territorio della Polonia, Paese membro della Nato, uccidendo due persone.
«Il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki ha convocato una riunione urgente del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa», annuncia su Twitter Piotr Müller, portavoce di Morawiecki. Anche l’Ungheria ha convocato il proprio consiglio di Difesa.
«Il nostro impegno verso l'articolo 5 della Nato è chiarissimo: difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato», ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder, precisando però che sulla notizia sono in corso indagini. Anche la Nato ha confermato di stare «esaminando» i report mentre la Casa Bianca si dice «al lavoro per stabilire cosa è successo e quali sono i prossimi passi da compiere».
L’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, che a questo punto potrebbe essere invocato dalla Polonia, prevede che un attacco armato contro un Paese membro debba essere considerato un attacco contro tutti gli altri.
Mosca però rifiuta le accuse: le immagini mostrate dai media polacchi non hanno nulla a che vedere con armamenti russi, afferma il ministero della Difesa russo citato dalla Tass, negando di aver attaccato quella zona e facendo riferimento a una «provocazione deliberata».
Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla di «schiaffo in faccia al G20» e di escalation e chiede un immediato vertice Nato, anche tra i media di Varsavia si fa strada una versione diversa: quei rottami potrebbero essere i resti di un razzo abbattuto dalle forze ucraine.
Anche l'Aeronautica militare italiana è presente in Polonia con una task force di quattro caccia Eurofighter a difesa dello spazio aereo Nato, con base a Malbork, dove si trovano cento militari italiani. La “White Eagle” negli ultimi 4 mesi, dall'inizio della missione che terminerà il 31 dicembre, ha intercettato e sorvegliato 24 velivoli russi, tra caccia Sukhoi e aerei da trasporto Ilyushin.
(Unioneonline/D)
