I ministri dell'Interno dell'Unione Europea si riuniscono a Tallinn, in Estonia, per trovare nuove soluzioni all'emergenza migranti, dopo le sollecitazioni arrivate dall'Italia, impegnata a gestire la maggior parte del peso dell'accoglienza.

Ma a poche ore dall'inizio del vertice è scontro, in particolare sul piano di "regionalizzazione" proposto dal ministro dell'Interno Marco Minniti: ossia l'apertura dei porti della costa meridionale europea per lo sbarco delle persone intercettate nel Canale di Sicilia.

GLI STATI CONTRARI - I primi no arrivano da Francia e Spagna: "I nostri porti sono già sotto pressione", dicono i rappresentanti dei due Paesi.

Contraria anche la Germania, ("Non sosteniamo la regionalizzazione), il Belgio ("Non credo che apriremo i nostri porti") e l'Estonia ("Non è possibile forzare nessuno").

Ostili, come sempre, i quattro del Gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), che si oppongono a qualsiasi concessione sui migranti.

Tengono così banco le parole pronunciate dall'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, che in un'intervista ha sottolineato il fatto che sia stata proprio l'Italia, nel 2014, "a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti quanti nei nostri porti", in violazione degli accordi di Dublino che regolano la gestione dell'immigrazione.

GLI HOTSPOT - Il piano elaborato dal ministero dell'Interno prevedeva, oltre a un nuovo codice di regole per le Ong impegnate nei salvataggi e lo stanziamento di altri fondi da destinare alle autorità libiche, affinché effettuino maggiori controlli sulle proprie coste, anche la creazione di sei nuovi hotspot sul territorio nazionale per lo sbarco: tra questi anche Cagliari.

La questione resta in sospeso, tra le proteste e le perplessità degli amministratori comunali.

MIGRANTI A CAGLIARI - Sono 85.150 i migranti sbarcati in Italia dall'inizio dell'anno (dati aggiornati al 6 luglio).

Le persone arrivate a Cagliari sono 3641 (il porto del capoluogo sardo è il 12esimo in quanto ad arrivi): la percentuale di distribuzione, sempre a Cagliari, si aggira intorno al 3% del totale nazionale (in Lombardia, la regione con la più alta percentuale è al 13%).

(Redazione Online/l.f.-D)

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