Diversi governi “autoritari” hanno utilizzato un software per spiare i cellulari di giornalisti, attivisti e manager nel mondo. Lo rivela un'indagine condotta dal “Washington Post” e da altre sedici testate internazionali.

Il programma, commercializzato dall’israeliano Nso Group e chiamato Pegasus, è stato creato per consentire ai governi di seguire terroristi e criminali.

Tra gli esecutivi che se ne sarebbero serviti per spiare, ci sarebbe anche quello guidato dal premier ungherese Victor Orban, che l’avrebbe usato nell'ambito della sua guerra ai media, prendendo di mira i giornalisti investigativi ma anche il ristretto circolo di manager dei media indipendenti.

Dai documenti, inoltre, emergerebbe che il software sarebbe stato usato dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti per prendere di mira i cellulari di alcune persone vicine a Jamal Khashoggi, il reporter saudita, collaboratore del “Washington Post”, ucciso in Turchia nell’ottobre del 2018. 

La lista dei numeri di telefono segnalati dall'inchiesta su Pegasus comprende più di 50mila numeri, concentrati in Paesi che applicano una stretta sorveglianza sui loro cittadini.

La lista non identifica chi ha ha deciso l'inserimento dei numeri di telefono.

Fra i numeri trovati finora nell’ambito dell'inchiesta ci sarebbero quelli di diversi capi di Stato e premier.

Tra quelli di cronisti che compaiono nell'elenco, datato 2016, ci sono reporter di varie testate, fra le quali Cnn, “New York Times”, “Wall Street Journal”, “Financial Times” e “Al Jazeera”.

(Unioneonline/F)

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