Più armi l'Occidente fornisce all'Ucraina e più distruttive sono queste armi, «più diventa probabile uno scenario da apocalisse nucleare».

Lo ha detto l'ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev, commentando la possibilità che a Kiev vengano forniti dai Paesi occidentali i jet F-16. 

Al momento, però, i Paesi del G7 hanno dato il via libera solo a un programma di addestramento dei piloti militari di Kiev e non a una fornitura di caccia. 

«L'addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 è già iniziato in molti Paesi, come la Polonia. Questo prenderà tempo ma prima si inizia meglio è. All'inizio si discute, i Paesi sono riluttanti, come per i Leopard, ma alla fine ci si arriva. Ed è una misura ulteriore per far sì che l'Ucraina si possa difendere», ha detto il rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.

La premier Giorgia Meloni ha spiegato che, sulla possibilità di addestrare piloti ucraini in Italia, il governo «sta facendo valutazioni con gli alleati». 

L’Italia non dispone di F-16, ma di altri jet che potrebbero essere utilizzati per la formazione, anche in Sardegna. 

Sulle forniture di armi al centro dell’infuocato post di Medvedev, lo stesso Borrell ha annunciato: «Al Consiglio Difesa oggi ci occuperemo anche dello European Peace Facility: grazie a questo fondo abbiamo mobilizzato 10 miliardi di aiuti militari all'Ucraina rispetto ai 3,5 miliardi di richieste di rimborsi che abbiamo ricevuto, è molto di più di quanto ci aspettassimo».

(Unioneonline/l.f.)

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