Gli eredi di Diego Armando Maradona cercheranno di frenare l'asta pronta a mettere in vendita il Pallone d'oro vinto dal campione argentino come miglior giocatore al mondiale del 1986 in Messico.

Il trofeo, recentemente rinvenuto dopo essere scomparso per decenni in circostanze mai chiarite, verrà aggiudicato al miglior offerente il mese prossimo presso la casa d'aste francese Agoutte, che afferma nella sua pagina web che l'oggetto appartiene ad una "collezione privata".

Secondo gli eredi di Maradona, tra cui le figlie Dalma e Gianina e l’ex moglie Veronica Ojeda, il Pallone d’oro del 1986 era stato rubato da una cassetta di sicurezza del Banco di Napoli. E dunque chi lo ha ritrovato, secondo gli eredi, non avrebbe alcun diritto di venderlo. Il trofeo, rinvenuto il 28 gennaio 2016 da un ex gallerista franco-argentino, che ha ottenuto solo lo scorso 2 aprile la conferma dell’autenticità, ha però diversi graffi e manca della targhetta, e dunque la proprietà è dubbia.

Gilles Moreu, avvocato dello studio legale Paradox contrattato dagli eredi di "El Diez", ha dichiarato che presenterà un ricorso urgente al presidente del tribunale di Nanterra vicino a Parigi, per ritirare il Pallone d'Oro dall'asta, che per l’oggetto è stata stimata fra i 12 e i 15 milioni di euro.

L’obiettivo dei familiari di Maradona è, al momento, quello di congelare la vendita in attesa che venga chiarita la proprietà.

(Unioneonlin/v.l.)

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