Sta tenendo la tregua in Siria, anche se non mancano le reciproche accuse di violazione da parte dei curdi e di Ankara.

Nel terzo dei cinque giorni di tregua concordati da Usa e Turchia è cominciato il ritiro dei combattenti curdi siriani dal confine, i miliziani dello Ypg hanno abbandonato la località sotto assedio di Ras al Ayn, proprio lì dove - fino a ieri - c'erano ancora gli scontri.

"Non abbiamo più combattenti in città", ha fatto sapere un comandante delle Forze democratiche siriane (Sdf), Kino Gabriel. Anche Ankara e l'Osservatorio siriano per i diritti umani confermano la ritirata.

I combattenti stanno arretrando di circa 30 chilometri, e interviene anche Donald Trump su Twitter: "Il cessate il fuoco sta tenendo molto bene", scrive.

Nelle prossime ore ci dovrebbe essere il ritiro anche da altre zone comprese nella "safe zone" delineata da Erdogan.

Con lo sblocco dell'impasse nell'area sinora più contesa, è stato aperto anche il corridoio umanitario per pemettere l'evacuazione di civili e feriti.

Cresce intanto l'attesa per l'incontro di martedì tra Erdogan e Putin a Sochi, dove a poche ore dalla scadenza dell'attuale tregua, si discuterà il destino delle altre zone contese nel Nord della Siria, quelle in cui sono intervenute Mosca e Damasco in difesa delle Sdf e dei curdi. Tra queste località c'è quella simbolo della resistenza curda all'Isis, Kobane. Ma Ankara pretende che i curdi si ritirino anche da lì.

(Unioneonline/L)
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