Morta di freddo tra le braccia del padre che tentava di raggiungere a piedi un ospedale per curare la sua piccola malata di bronchite: è successo nella Siria nord-occidentale martoriata dalla guerra dove, secondo l'Onu, circa 800mila persone sono in fuga da condizioni disperate, strette dalla morsa nel gelo e - in molti casi - senza acqua potabile né un rifugio in cui ripararsi.

La piccola Iman è morta giovedì nel distretto di Afrin al confine con la Turchia, e non è la sola. Abdelwahhab, neonato, è morto assiderato nei giorni scorsi nella vicina regione di Idlib. E almeno altri 123 bambini sono stati uccisi dai gelidi inverni in questi otto anni di guerra, secondo quanto riferito dalla Rete siriana per i diritti umani.

Ancora: ieri si è sparsa la notizia di un'intera famiglia - padre, madre e due figlie - morta soffocata in una tenda di fortuna a Idlib, a causa del malfunzionamento di una stufa mai riparata. Non avevano i mezzi per provvedere a una stufa nuova, così hanno preferito usare quella mal funzionante per non morire di freddo. Sono morti per le esalazioni.

I media siriani hanno pubblicato le foto di Iman, ritratta mentre è ancora avvolta nei panni con cui è stata portata in braccio dal padre, morto anche lui poco dopo la figlia. Mahmud Laila si chiamava, era originario di Damasco, sfollato almeno tre volte dall'inizio della guerra. La bimba si era ammalata di bronchite, e le condizioni erano peggiorate, tanto da indurre il padre a rischiare di mettersi in cammino per diverse ore allo scopo di raggiungere il più vicino ospedale attraversando all'alba un percorso di montagna di cui non ha mai visto la fine.

(Unioneonline/L)
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