Ero quattordicenne, ultimo anno della media inferiore, e il benemerito prof di inglese, vero precursore dell'importanza che tale idioma avrebbe rivestito nel futuro del mondo, diede a ciascuno di noi alunni l'indirizzo di una nostra coetanea europea, al fine di agevolare la conoscenza e l'abilità che in qualche modo uscisse dalla normale traduzione delle solite 10 frasette dall'italiano in inglese e viceversa. Al tempo in Italia la "conversazione a domanda e risposta" come oggi si suole indicare, era pressoché sconosciuta: si era fermi all'inglese maccheronico e puramente grammaticale.

A  me toccò in sorte una ragazzina finlandese di Mikkeli, di 8 mesi più piccola. La Finlandia! In quel periodo, per quanto la Geografia costituisse materia importante di studio, il mio orizzonte spaziava al massimo fino alla remota Svezia: mi attendeva un'esperienza che avrebbe modificato il personale modo di intendere il tempo e lo spazio.

La prima missiva che ricevetti fu agghiacciante: lei scriveva in inglese con una proprietà di linguaggio per me troppo complicata, sconcertante e superiore, ed oltre a questo era per lei materia obbligatoria lo svedese.

Primi dialoghi furono la reciproca ammirazione di Elvis Presley, il magico Little Richard e Paul Anka con la sua indimenticabile "Diana".

Ci fu una prima cosa che mi colpì in modo inusitato e sorprendente: all'inizio di ogni lettera lei disegnava con matita e colori la bandiera finlandese bianca con croce  azzurra.

Ancora più traumatizzante fu mesi appresso una telefonata che intercorse fra noi dopo un'attesa di oltre 6 ore: mi cascarono le braccia e mi vergognai di me stesso osservando quanto fosse problematico comunicare con una interlocutrice che si esprimeva in modo veloce ed impeccabile.

Ecco: i casi della vita mi hanno riservato di risiedere da 17 anni in quella Finlandia che ho imparato a conoscere, nel trascorrere degli anni, in tutta la sua interezza, specie in riferimento alla popolazione, al clima ed alla posizione strategica che la Natura ed il Destino le ha riservato.

Per esprimere un giudizio su questo Stato appartenente all'Unione Europea e che ha l'euro come moneta corrente, bisognerebbe risiederci per un tempo congruo, entrare a contatto con la gente, inizialmente in genere molto riservata, osservare i servizi che offre al cittadino, il funzionamento della Scuola, vero centro propulsivo dello Stato, i mezzi di trasporto e la loro funzionalità specie nel periodo invernale.

In sintesi, il turista che arriva per 10 giorni a scattare foto non può, anche volendo, ottenere tali responsi.

Si diceva della bandiera: il finlandese ama la propria Patria; il vessillo è ovunque, condomìni di abitazioni compresi.

La bandiera fa un tutt'uno con la Natura di questo Paese: un binomio indissolubile e parte integrante del carattere della popolazione; la gente vive in simbiosi con la foresta o il lago che ha dietro casa, si potrebbe dire. Questo è il motivo di quanto sia impossibile censire il numero dei laghi esistenti; stime ufficiali ne elencano ben oltre 200.000 ma altre più particolareggiate arrivano ad oltre 600.000.

Perché la Finlandia è sempre stata in disparte, quasi timorosa di mostrarsi, troppo dipendente dalla morfologia e posizione strategica?

Perché questo Stato, per sua natura non allineato, sta uscendo adesso dal guscio?

Mi si permetta un'esternazione: oggi va di moda, e leggendo le cronache italiane si ha piena conferma, di quanto non pochi politicanti nostrani, che magari qui nella Terra dei laghi non hanno mai messo piede, giudichino inopportuna la possibilità, che ritengo doverosa, di un'adesione alla Nato ormai improcrastinabile, considerati i noti tragici eventi bellici.

Fosse l'Italia confinante per 1.340 chilometri con la Russia di Putin, cosa farebbe un qualunque governo, anche uno, a titolo di esempio, presieduto da Berlusconi, Salvini o Meloni, notoriamente sempre stati prodighi di elogi nei riguardi dell'attuale zar? Siamo certi che con tale vicino di casa saremmo tranquilli?

Cosa succederebbe se con tale potenziale minaccia il Belpaese ripristinasse la leva militare obbligatoria?

Qui in Finlandia il servizio militare è sempre stato ed è tuttora indispensabile, ed oggi le spese per la Difesa sono purtroppo aumentate a dismisura.

Ebbene, ai recalcitranti o a coloro che giudichino impropria l'adesione alla Nato si potrebbe consigliare vivamente di venire da queste parti, percorrere a somme linee l'infinito confine col grande Golia, ed immaginare che questo smisurato Paese termina nel remoto Mar del Giappone.

Non è sempre stato così: nel dopoguerra il grande Presidente finnico Urho Kekkonen riuscì per tanti anni a dialogare amichevolmente con Nikita Krusciov, e le relazioni erano buone.

Oggi diplomatici russi vengono espulsi e addirittura le poste statali finlandesi hanno imposto l'alt alla corrispondenza con Russia e Bielorussia.

Anche chi criticava la Finlandia per l'adesione al Nucleare - l'ultimo reattore di ultima generazione è stato attivato da pochi mesi - adesso si deve ricredere: rendere sempre più inferiore la dipendenza dalla Russia.

Qui gasolio e benzina hanno superato i 2,3 €/l.

Si dovrebbe concludere con la politica: a dover subire ed affrontare appena eletta il grave fardello della pandemia e adesso quello non meno grave dei tremori bellici è una giovane premier: Sanna Marin.

Probabile sia lei a prendere questa difficile ma doverosa ed inevitabile decisione. La si immagina in Italia una situazione similare?

È doverosa una conclusione: noi italiani qui, compatibilmente nella cerchia delle numerose conoscenze, ci troviamo benissimo. Compreso il gruppo di sardi affiatati.

D'inverno le temperature sono molto rigide: ma dal freddo ci si difende benissimo, perché a far da scudo sentiamo l'ospitalità dalla quale siamo circondati. La Natura incontaminata ed i Laghi ci proteggono da ogni qualsivoglia minaccia.

Mario Sconamila – Finlandia 

(Già docente di Matematica)

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