Non c'è pace per il presidente Donald Trump, e il suo tweet di risposta al leader nordcoreano Kim Jong-un - "Il mio bottone nucleare è più grande del tuo" - ha scatenato immediatamente l'ironia della rete. E qualche precisazione su come funzionerebbe un vero attacco nucleare.

Tra i primi a commentare lo storico corrispondente della CBS dalla Casa Bianca Mark Knoller con un post piuttosto ironico: "Il bottone di cui siamo a conoscenza sulla scrivania del Presidente serve a ordinare una Diet Coke, ma non lancia un missile nucleare".

In realtà la procedura è ben più complicata, come spiega un articolo del New York Times, e quella di un pulsante con cui l'uomo al comando della super potenza americana può scatenare una eventuale guerra nucleare resta una leggenda, entrata nel gergo comune e utilizzata in svariate occasioni.

Ultima in ordine di tempo l'accesa campagna elettorale del 2016, quando Hillary Clinton disse che Trump non avrebbe dovuto "avere il dito sul bottone o le mani sull'economia", ma il senso era naturalmente più simbolico che letterale.

Resta però il fatto che l'ultima parola sulla decisione di un attacco nucleare spetta soltanto all'inquilino della Casa Bianca, senza bisogno dell'approvazione di Esercito o Congresso. Ma il vero simbolo non è tanto un bottone quanto una valigia speciale chiamata "the nuclear football", che viaggia sempre al seguito del presidente e dei suoi assistenti militari, al cui interno è contenuta la procedura da seguire, che prevede anzitutto l'identificazione del presidente attraverso un codice che deve sempre portare con sé, "the biscuit".

Una procedura messa da tempo in discussione da diversi politici americani, che le parole di Trump riporteranno al centro dell'attenzione

(Unioneonline/b.m.)

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