Alla vigilia del suo primo anno alla Casa Bianca e mentre i sondaggi vedono il suo gradimento colare a picco, il presidente americano Joe Biden si dice soddisfatto: "Un anno dopo, l'America è di nuovo in moto".

L’economia, a suo dire, ha fatto “progressi storici”: un anno fa "era sull'orlo del collasso" mentre ora può vantare un tasso di disoccupazione del 3,9% (contro il 6,4%) e il record di 6,4 milioni di nuovi posti di lavoro (contro la perdita di 9,4 milioni). Bene anche sul fronte della pandemia, con il 74% degli adulti completamente vaccinati (contro l'1% un anno fa) e il 95% delle scuole aperte (contro il 46%). Tra i successi vantati anche il rilancio della leadership americana sul piano internazionale, un piano di aiuti anti Covid da 1.900 miliardi e quello sulle infrastrutture da 1.250 miliardi.

AMERICA DIVISA – Eppure, quando era arrivato alla Casa Bianca, aveva promesso di pacificare una nazione ferita e divisa. Non ci è riuscito, e non solo per colpa sua. L’ombra dell’ex presidente non si è mai dissolta, anzi: Donald Trump sembra pronto a scendere in pista per il 2024 e non molla di un centimetro, continuando a cavalcare le false accuse di brogli elettorali.

Non ha aiutato il presidente neanche la cavalcata del Covid: Biden aveva incautamente promesso che il 4 luglio 2021 sarebbe stata la festa dell'indipendenza dal virus. Non aveva fatto i conti con le varianti Delta e Omicron, che hanno ripiombato il Paese nell'emergenza con dati record. E nei giorni scorsi la Corte suprema ha cancellato l'obbligo di vaccino nelle grandi aziende. Ora Biden scommette su test domestici e mascherine gratis, ma non basta.

Anche sul piano internazionale ha pagato a caro prezzo il ritiro dall’Afghanistan, con il Paese che è ripiombato nel caos, e la crisi dei sommergibili con la Francia. All’orizzonte anche il pericoloso braccio di ferro con la Russia sull'Ucraina, la nuova guerra fredda con la Cina, lo stallo dei negoziati sul nucleare con l'Iran e la ripresa dei lanci missilistici della Corea del Nord.

Persino la decantata ripresa economica è avvelenata dal caro benzina e da un'inflazione al 7%, al massimo dopo 40 anni. 

VERSO LE ELEZIONI DI MIDTERM – Il presidente ora ha poco più di un mese per cambiare la rotta e lanciare un reset, sino al discorso sullo stato dell'Unione del primo marzo davanti al Congresso. Poi sarà troppo tardi per evitare una disfatta alle elezioni di Midterm di novembre, dove i repubblicani - già in vantaggio nelle preferenze di voto - potrebbero conquistare entrambi i rami del parlamento trasformandolo in un'anatra zoppa.

(Unioneonline/D)

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