Il dossier Israele è tra i più caldi sul tavolo della Casa Bianca e il presidente americano Donald Trump non ha esitato, a poche ore dall'insediamento, a telefonare a Benjamin Netanyahu.

I due hanno avuto una "conversazione cordiale", ha detto il primo ministro israeliano, che è stato invitato a Washington per un incontro nel mese di febbraio.

Trump ha ribadito, si legge in una nota, "un impegno senza precedenti per la sicurezza di Israele", promettendo ritorsioni contro le "minacce poste dall'Iran".

"SPOSTEREMO L'AMBASCIATA USA A GERUSALEMME" - Washington sta valutando di spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, città contesa tra israeliani e palestinesi.

Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, precisando però che l'amministrazione Usa è "alle primissime fasi di discussione".

Immediata la reazione di Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza.

"L'amministrazione americana sta oltrepassando tutte le linee rosse", ha comunicato.

Anche il presidente palestinese Abu Mazen ha più volte detto che il trasferimento sarebbe considerato una "aggressione".

La situazione in Medio Oriente è tesa, dopo che Gerusalemme ha approvato i permessi di costruzione per altri insediamenti.

"RINEGOZIEREMO IL TRATTATO CON MESSICO E CANADA" - Intanto il neopresidente Usa ha annunciato, come promesso in campagna elettorale, che rinegozierà con i leader di Messico e Canada il cosiddetto Nafta (Trattato di libero commercio dell'America del Nord), firmato due decenni fa.

Trump incontrerà per questo il presidente messicano Enrique Peña Nieto, il 31 gennaio: in programma c'è anche un vertice con il primo ministro canadese Justin Trudeau.

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