Non c’è pace per le famiglie israeliane degli ostaggi di Hamas. Oggi –  durante un dibattito sulla pena di morte, tenuto nella commissione parlamentare per la sicurezza nazionale su iniziativa del partito di estrema destra “Potere ebraico” – , in preda al dolore e alla disperazione, hanno chiesto ai deputati di rinviare la seduta per non compromettere le trattative con i rapitori. I rappresentanti, a gran voce, hanno detto che trattando certe tematiche e solleticando l’opzione della pena capitale «mettete a repentaglio le vite dei nostri congiunti».

L'udienza è stata convocata per preparare alla prima lettura una bozza di legge presentata a marzo. Il presidente della commissione Zvi Vogel (Potere ebraico) ha ordinato che il dibattito prosegua. «In Israele - ha detto Vogel, citato dalla radio pubblica Kan - la pena di morte è stata eseguita una volta sola, nei confronti del gerarca nazista Adolf Eichmann. Ciascuno dei terroristi di Hamas è un altro Eichmann. Ognuno di loro deve salire sulla forca».

Per Vogel «tra Hamas e i nazisti non c’è differenza. I terroristi che sono venuti qua avevano l'intento di umiliare Israele, nel contesto di una visione che vorrebbe la costituzione qua di uno Stato islamico. Se dipende da me, non lascerò nessuno di loro in vita per poter raccontare quello che ha fatto il 7 ottobre. Nemmeno in carcere». A seguito della protesta, sono arrivate le parole di  Ofir Katz, portavoce della coalizione della maggioranza di governo e membro del Likud del premier Benyamin Netanyahu, secondo cui «la pena di morte per i terroristi non sarà messa in votazione prima che sia vistata dal gabinetto di governo».

(Unioneonline/v.f.)

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