Indi Gregory è morta all’1.45 ora inglese dopo che i medici britannici hanno staccato i macchinari che la tenevano in vita. La piccola è deceduta all’interno di un hospice in cui era stata trasferita, luogo di accoglienza e ricovero per malati terminali specializzato in terapia del dolore.

La bambina negli ultimi attimi di vita è stata affiancata dalla madre: «Claire l’ha tenuta con sé per i suoi ultimi respiri», ha riferito il padre Dean Gregory. «Sono riusciti a prendersi il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendersi la sua anima. Hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse, ma noi ci siamo assicurati che fosse ricordata per sempre. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata», le parole piene d’amarezza del papà della bimba.

I genitori, si legge in un messaggio di Dean Gregory ai suoi avvocati, sono «arrabbiati, con il cuore spezzato e pieni di vergogna. Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva».

Non si sono fatti attendere i commenti del Governo italiano, che aveva concesso la cittadinanza italiana alla bambina in modo che potesse essere trasferita e curata all’ospedale Bambino Gesù di Roma che si era offerto di accoglierla.

«Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi», ha scritto sui social Giorgia Meloni

«Oggi questo mondo è decisamente meno forte perché ha perso, per volere di un tribunale, il sorriso di una bambina alla quale è stato impedito di vivere. Noi ci abbiamo provato con tutto il cuore. Riposa in pace piccola Indi», è il commento di Daniela Santanchè.

(Unioneonline/L)

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