"Ho visto i proiettili nel corridoio vicino a quello in cui mi trovavo e poi un'insegnante mi ha spinto in una delle classi". Ha ancora il terrore negli occhi un alunno di otto anni dell'istituto scolastico Sandy Hook di Newtown in Connecticut (600 alunni tra materna e elementari) mentre descrive ai microfoni della Wcbs-tv, la strage in cui - secondo i media locali - sono morte almeno 27 persone, tra queste 18 bambini, ed un numero ancora imprecisato di persone è rimasto ferito.

"Il loro rumore era come se qualcuno stesse dando pedate ad una porta", racconta ancora il bimbo riferendosi agli spari, mentre la madre lo abbraccia e si dice infinitamente grata all'insegnante che ha salvato il suo bambino dalle pallottole dell'orco, un uomo "mascherato" che imbracciava un fucile semiautomatico. "E' stato orribile", ha detto ancora uno dei genitori, Brenda Lebinski, alla Reuters. Lei è volata in auto alla scuola dove sua figlia frequenta la terza elementare, non appena ha sentito il notiziario. "Erano tutti isterici. Genitori. Studenti", riferisce. "C'erano bambini che uscivano dalla scuola. Erano insanguinati. Non ho idea se fossero feriti, so soltanto che erano insanguinati", aggiunge la donna, che oggi ha visto materializzato davanti a sè il peggior incubo di ogni genitore. Lebinski racconta che l'insegnante della figlia, non appena capito ciò che stava avvenendo, è rientrata in classe ed ha "immediatamente chiuso a chiave la porta, riunendo tutti i bambini in un angolo della stanza". "Ad un certo punto è arrivato un poliziotto e ci ha detto di correre fuori dalla scuola e così abbiamo fatto", spiega un'altra ragazza. Poi, ai piccoli messi in salvo, e fatti uscire in fila indiana è stato detto di coprirsi gli occhi con le manine. Coprire i loro occhi innocenti sull'orrore.
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