Almeno 14 pazienti sono morti in un solo ospedale dello Stato di Monegas (nel Nordest del Venezuela) a causa del blackout elettrico iniziato giovedì scorso nel paese sudamericano.

La denuncia - via Twitter - arriva da un medico, Julio Castro.

Alle 11.30 (le 16.30 in Italia), ha scritto Castro (quando i morti erano "solo" 13), nell'ospedale Manuel Nunez Tovar di Maturin, capitale dello Stato - "senza luce e senza generatore elettrico" - sono morti 9 pazienti ricoverati nel servizio di emergenza, 2 in ostetricia, uno in traumatologia e uno in terapia intensiva neonatale.

LA PROTESTA - Intanto è stato un sabato di proteste in Venezuela, con gli anti Maduro che sono tornati a chiedere nuove elezioni e la fine del suo governo e in contemporanea manifestazioni di sostegno nei confronti del presidente.

Tutto nel bel mezzo del blackout che da due giorni ha spento il Venezuela. I sostenitori di Maduro e Guaidò si accusano reciprocamente di essere i responsabili del guasto, mentre piano piano l'energia elettrica viene ripristinata ma solo in alcune zone.

Le cause di quanto accaduto sono ancora, in realtà, sconosciute.

Questo non ha impedito a Guaidó di lanciare un appello ai propri sostenitori: "Torniamo nelle strade contro un regime corrotto e usurpatore, e non ce ne andremo finché avremo raggiunto l'obiettivo".

Maduro ha invece annunciato che intende fornire alle Nazioni Unite "prove" della responsabilità degli Stati Uniti per il gigantesco blackout che ha fatto precipitare il Venezuela nel caos.

"Queste informazioni saranno consegnate alla delegazione dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani che arriverà a Caracas tra pochi giorni", ha dichiarato il ministro della Comunicazione Jorge Rodriguez. Un team di esperti dell'organizzazione sarà in Venezuela dal 10 marzo. "Gli daremo le prove" del coinvolgimento americano, ha detto Rodriguez durante un discorso trasmesso sulla televisione pubblica venezuelana.

(Unioneonline/s.a.)
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