Stress e ritmi di vita troppo frenetici possono portare all'esaurimento nervoso.

Eppure c'è chi sostiene che anche la noia e l'eccessiva inazione possano provocare danni psico-fisici.

È il caso di Frédéric Desnard, manager 46enne di un'azienda francese, che ha deciso di fare causa agli (ormai ex) datori di lavoro proprio per il il "tedio insopportabile" che caratterizzava la sua professione.

Circa 360mila euro il risarcimento richiesto attraverso i suoi legali.

E la vicenda, ovviamente, sta facendo il giro del mondo.

Secondo quanto riferito dall'uomo, la società per cui ha lavorato tra il 2010 e il 2014 lo avrebbe costretto non solo a svolgere mansioni che non gli competevano, ma anche incarichi umili o completamente inutili.

E molto spesso il "lavoro" consisteva, a suo dire, nel non fare proprio niente.

Una situazione insopportabile, che lo avrebbe infine portato alla crisi.

"Mi vergognavo di essere pagato per non nulla", ha dichiarato il 46enne.

"E la mancanza di stimoli e di soddisfazione professionale mi hanno portato progressivamente a una grave di depressione".

Di qui la volontà di pretendere i danni.

L'azienda, però, rimanda le accuse al mittente.

"Desnard non ha mai fatto presente di essere annoiato e prima del presunto burnout (come vengono definite le crisi di questo genere, ndr) non si era mai lamentato", la replica dell'avvocato della società.

Ora decidere sulla vertenza toccherà al giudice.

Si tratta comunque del secondo round della battaglia legale.

Lo scorso dicembre un tribunale aveva infatti condannato Desnard a risarcire l'azienda con mille euro per averla "diffamata" sulla stampa, accusandola "senza prove" di avergli rovinato la salute.
© Riproduzione riservata