È partita ieri da Cape Canaveral la sonda Parker Solar Probe della Nasa, la prima nella storia diretta verso il Sole per studiarne l'atmosfera, le tempeste magnetiche e darci indicazioni sulle loro conseguenze per la Terra.

Un progetto iniziato 10 anni fa che suscita enormi attese e rappresenta una vera e propria sfida, perché la sonda dovrà resistere al calore del Sole, pur fermandosi nella sua regione più esterna - la corona solare - alla distanza di 6 milioni di chilometri, dove le temperature toccano il milione di gradi.

Nonostante questo tecnici e progettisti si mostrano piuttosto fiduciosi, perché Parker Solar Probe è dotata di uno scudo termico largo 2,4 metri, ma soprattutto perché la fotosfera nella corona solare è estremamente rarefatta e basterà la capacità di resistenza ai 1377 °C per evitare che la sonda si polverizzi.

L'altra grande difficoltà da affrontare sarà quella dell'orbita in cui la sonda dovrà riuscire a inserirsi e potrà riuscirci solo sfruttando la gravità del pianeta Venere, alla velocità record di 600mila km orari, la più alta mai raggiunta da un velivolo spaziale. Una missione avveniristica, insomma, impensabile solo fino a qualche decennio fa, a cui hanno voluto prendere idealmente parte un milione, 137 mila e 202 i cittadini di ogni parte del mondo, tra cui l'astrofisico Eugene Parker, teorico del magnetismo solare, a cui la sonda è appunto dedicata.

I primi dati arriveranno da Parker Solar Probe solo fra qualche mese, poi per i prossimi sette anni la sonda ci potrà fornire informazioni preziose e immagini mai viste della stella madre del nostro sistema.

(Unioneonline/b.m.)
© Riproduzione riservata