Non sono bastati gli appelli dell'Unione europea e del presidente eletto Usa Joe Biden per la liberazione di Alexey Navalny, l'oppositore di Putin fermato ieri a Mosca dopo l'atterraggio del suo volo proveniente da Berlino, dove il dissidente si era rifugiato per alcuni mesi.

Il giudice del Tribunale del municipio di Khimki ha condannato Navalny a trenta giorni d'arresto.

E l'oppositore, nell'annunciare ricorso contro l'arresto, ha lanciato un appello alla piazza: "Scendete in piazza, non per me ma per voi stessi, per il vostro futuro. Non abbiate paura", ha detto attraverso il suo canale NavalnyLive dopo l'arresto.

L'udienza a carico del dissidente è avvenuta all'interno della stazione numero 2 del dipartimento del ministero dell'Interno russo perché Navalny - tornato dall'estero - non è stato sottoposto al tampone per rilevare la presenza del coronavirus.

La richiesta d'arresto è stata avanzata dalla sezione moscovita del Servizio Penitenziario Federale. Il 29 gennaio si terrà invece l'udienza che dovrà decidere sulla commutazione in pena effettiva dei tre anni e sei mesi di carcere comminati a Navalny per appropriazione indebita nell'ambito del processo Yves Rocher (pena sinora sospesa in virtù della condizionale).

(Unioneonline/L)

"MI PROCESSANO IN QUESTURA; INAUDITO"

NAVALNY FERMATO

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