Passa intere giornate chiuso nella sua cella di massima sicurezza. Non esce mai in cortile durante l'ora d'aria, non ha telefonato a nessun familiare o conoscente, neanche al suo avvocato, e non scambia parole con nessuno, pur conoscendo bene lo spagnolo. Non vuole neanche la tv, che pure gli spetterebbe. Solo una richiesta, una Bibbia da legge in cella.

È la vita da recluso che, secondo i media iberici, sta conducendo Norbert Feher, alias Igor il Russo, il pluriomicida serbo arrestato in Spagna lo scorso 15 dicembre, e ricercato anche in Italia per due omicidi, quello del barista di Budrio Davide Fabbri e quello della guardia ecologica Valerio Verri.

Feher, dopo qualche giorno nel carcere di Teruel, è stato trasferito in isolamento nel penitenziario di Zuera, luogo più idoneo per ospitare detenuti della sua pericolosità. Nel suo reparto ci sono altri 23 detenuti.

Una vita da eremita, una "calma inquietante", la definiscono i media spagnoli.

Una solitudine interrotta solo dall'arrivo dei pasti: la colazione alle 8, il pranzo alle 13.30 e la cena alle 20.

La porta d'ingresso della sua cella è di metallo. All'interno c'è una finestra, si può aprire ma è protetta da sbarre. Le guardie lo controllano h24 attraverso uno spioncino di vetro, e la sua stanza viene perquisita e controllata da cima a fondo tutti i giorni. Il personale dell'istituto penitenziario teme che possa procurarsi un'arma con cui far male a se stesso o ad altri. Anche il contatto con gli agenti è ridotto al minimo indispensabile.

Sulla vita di Igor in cella ha espresso un commento - lapidario - anche Francesca Verri, figlia di Valerio, la guardia ecologica uccisa nel Ferrarese lo scorso aprile. "Meglio tacere", ha scritto la donna sul suo profilo Facebook.

(Unioneonline/L)

LA CATTURA DEL PLURIOMICIDA

L'OMICIDIO DEL BARISTA DI BUDRIO - VIDEO

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