Dalla Spagna all'Ungheria passando da Austria e Francia: secondo gli investigatori Igor il Russo, alias Norbert Feher, aveva complici in mezza Europa.

Stando a quanto riporta il Corriere della Sera circa 500 persone in diversi Paesi venivano monitorate nella speranza di trovare al più presto il killer di Budrio. Molti erano ex compagni di carcere.

I carabinieri italiani erano da tempo in Spagna, in molti avevano detto agli inquirenti di cercarlo lì. Erano di Valencia le due ragazze a cui il killer scriveva lettere dal carcere durante gli otto anni di detenzione per rapina, e in Spagna viveva una donna cubana che era per lui un "punto di riferimento". Lì, inoltre, si era procurato un importante contatto, un trafficante di droga di Malaga che fa la spola tra Spagna e Italia, otre ad avere alcuni serbi come guardiaspalle.

A Vienna vivono invece alcuni suoi amici d'infanzia: uno di loro avrebbe fatto il "postino", consegnando alla famiglia del killer i messaggi che riceveva su Whatsapp. Un'altra pista porta in Francia, dove Igor sarebbe stato vicino a un gruppo di falsari di documenti e passaporti. E - infine - l'Ungheria: anche lì è stata ipotizzata una rete di contatti riconducibile ai suoi parenti in Serbia.

Gli inquirenti hanno già avviato le rogatorie internazionali per portare avanti le indagini in questi Paesi, eccezion fatta per l'Ungheria.

LA SPARATORIA E LA CATTURA - In uniforme e pesantemente armato: così si è presentato Norbert Feher, quando ieri è stato arrestato in Spagna, vicino a Saragozza.

In fuga dopo gli omicidi in Italia, è stato protagonista di una sparatoria in cui sono morti due agenti e un civile.

Le vittime sono Victor Romero Perez, 30 anni, e Victor Jeus Caballero Espinosa, 38, componenti di una squadra del distaccamento di Alcaniz che indagava sui furti in fattorie e allevamenti.

Erano in borghese e indossavano un giubbotto antiproiettile.

Il terzo a morire sotto i colpi esplosi da Igor è stato José Luis Iranzo, un allevatore che accompagnava gli agenti nella ricerca di un fuggitivo.

Il killer sapeva dove sparare, spiegano le autorità spagnole, perché "ha ferito mortalmente le due guardie nonostante indossassero giubbotti antiproiettile. Gli agenti non hanno avuto il tempo di sparare".

Le impronte digitali combaciano: quell'uomo è ricercato da mesi in Italia per i delitti di Budrio e Portomaggiore commessi ad aprile.

Ora si apre il giallo sull'estradizione; la famiglia del barista ucciso a Budrio preferirebbe che Igor rimanesse in Spagna, "perché forse lì ci sarà una giustizia", ma ancora non è arrivata alcuna conferma.

(Unioneonline/s.s.-L)

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