"Ci avete mollati, ci avete lasciati al massacro. Ci avete venduti, questo è immorale".

Con queste parole il generale Mazloum Kobani Abdi, leader militare dei curdi siriani, punta il dito contro gli Stati Uniti, accusati di aver sfruttato l'aiuto militare curdo per sconfiggere lo Stato Islamico, promettendo loro appoggio e protezione, per poi fare dietrofront, lasciando campo libero all'offensiva della Turchia in Rojava.

Un'offensiva che in pochi giorni ha già causato oltre dieci morti e duecentomila sfollati, in fuga dalle zone della Siria nordorientale bersagliate dai raid di Ankara.

Le forze curde in Siria chiedono dunque agli Stati Uniti di "assumersi le proprie responsabilità morali" e di "rispettare le promesse".

"I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione", invece "ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca", hanno incalzato i portavoce delle forze democratiche siriane in un comunicato letto davanti ai giornalisti.

Intanto, tra condanne e preoccupazione per quanto sta avvenendo, prosegue la mobilitazione internazionale.

La Germania, attraverso il ministero degli Esteri, ha annunciato lo stop ai permessi per l'esportazione di armi verso la Turchia, mentre i ministri degli Esteri dei Paesi della Lega Araba hanno deciso di assumere "misure urgenti per far fronte all'aggressione turca contro la Siria", comprese la riduzione delle relazioni diplomatiche, la cessazione della cooperazione militare e la revisione delle relazioni economiche.

Anche l'Ue e l'Italia seguono minuto per minuto l'evolversi della situazione.

"L'Europa deve parlare con una sola voce e non si deve far ricattare dalla Turchia sui rifugiati, è inaccettabile", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Aggiungendo: "Bene la sintonia tra Italia e Francia, noi abbiamo chiesto all'Ue che l'ambasciatore europeo presso la Turchia andasse a riferire la protesta dell'Unione. Dobbiamo ragionare su quale sia il miglior modo per ristabilire un'azione diplomatica per convincere la Turchia a fermarsi. Ne sapremo di più lunedì mattina, al consiglio Ue dei ministri degli Esteri in Lussemburgo", ha concluso.

(Unioneonline/l.f.)

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