Continua l'attacco turco nella Siria nordorientale.

Migliaia di persone - secondo alcune fonti sono 100mila - sono in fuga dal Paese quattro giorni dopo l'inizio dell'offensiva di Ankara contro il Rojava e le enclave curde.

Sarebbero 11 le prime vittime civili dall'inizio delle operazioni, mentre la Turchia ha fatto sapere che sono stati uccisi 4 soldati.

Questa mattina il ministero della Difesa di Ankara ha reso noto di aver conquistato la città di Ras al-Ain.

"La città, situata, all'est dell'Eufrate è passata sotto il nostro controllo", si legge in una nota del governo turco.

Nella serata di ieri il giornale americano "Newsweek", citando fonti dell'intelligence curdo-irachena, ha fatto sapere che forze turche avrebbero bombardato, sembra per sbaglio, un contingente di forze speciali americane.

Sul contingente di militari statunitensi - 50-100 uomini - sarebbero piovuti colpi di artiglieria sparati dalle postazioni turche sulle colline di Kobane, dove è di stanza la coalizione internazionale.

"Erdogan sapeva che in quell’area c’erano truppe americane", ha fatto sapere Brook Dewalt, portavoce del Pentagono.

Nessun soldato americano è rimasto ferito, ma la postazione è stata comunque evacuata temporaneamente per motivi di sicurezza.

Intanto, la Germania ha annunciato l'intenzione di bloccare le esportazioni di armi alla Turchia.

Lo ha comunicato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, spiegando che Berlino "non rilascerà più alcun nuovo permesso all'esportazione di attrezzature militari che possano essere utilizzate dalla Turchia in Siria".

(Unioneonline/F-l.f.)
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