Nuove pesanti accuse contro Hunter Biden, figlio secondogenito del presidente Usa Joe Biden

Il procuratore speciale David Wiess ha presentato 9 accuse per reati fiscali: Hunter Biden, scrivono i pubblici ministeri nell’accusa, «è stato coinvolto per quattro anni in uno schema fraudolento per non pagare circa 1,4 milioni di dollari in tasse federali dovute per gli anni fiscali 2016- 2019 e da gennaio 2017 fino al 2020, e per eludere l'accertamento delle imposte per l'anno fiscale 2018».

In caso di condanna rischia 17 anni di carcere. In uno dei passaggi dell’atto d’accusa si legge che il figlio di Biden «ha speso milioni di dollari per uno stile di vita stravagante invece che pagare le tasse».

Il figlio del presidente viene dipinto come un evasore senza scrupoli, che ha speso ingenti somme per l’iscrizione a club erotici, in droghe, escort e alberghi di lusso.

Nelle 56 pagine depositate presso la corte federale della California, vengono inoltre confermate le accuse chiave già presentate al Congresso all'inizio dell'anno, secondo cui Hunter Biden ha guadagnato milioni di dollari da Paesi stranieri mentre suo padre era vicepresidente, sfruttandone l'influenza. Il documento cita in particolare due accordi controversi conclusi da Hunter Biden: uno con la società energetica Burisma Holdings in Ucraina e l'altro con la Cefc China Energy.

Hunter Biden, avvocato e lobbista, già sta affrontando accuse penali in Delaware, relative all’acquisto di un’arma dopo aver mentito sulla sua dipendenza dalle droghe.

(Unioneonline/L)

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