Tregua vicina in Medio Oriente, lo ha riferito uno dei leader di Hamas, Ismail Haniyeh: «Siamo vicini a raggiungere un accordo».

I colloqui, spiegano fonti di Hamas all’emittente Al Jazeera, riguarderebbero una tregua di «un certo numero di giorni» e includerebbero accordi per l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza e lo scambio di ostaggi sequestrati da Hamas con persone imprigionate da Israele, in particolare donne e bambini di entrambe le parti. I dettagli della tregua, hanno inoltre precisato, «saranno annunciati dal Qatar quando e se sarà finalizzata».

Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato insieme al Gabinetto di Guerra le familgie dei rapiti: «Ho ascoltato il loro dolore. Abbiamo parlato cuore a cuore, ho condiviso con loro quanto più ho potuto gli sforzi politici, di intelligence e operativi che conduciamo 24 ore su 24. Non smetteremo di combattere finché non riporteremo a casa i nostri ostaggi, non distruggeremo Hamas e non ci assicureremo che non ci siano più minacce da Gaza».

In attesa dell’auspicata tregua, continuano gli attacchi di Israele. Almeno 17 morti (anche donne e bambini) e diversi feriti in un attacco questa notte sul campo profughi di Nuseirat, a sud di Gaza. Ieri sera è stato attaccato nel nord di Gaza un ospedale, assediato dall’esercito: 12 i morti.

Israele sta intanto rafforzando le posizioni nel nord della Striscia e a Gaza City, dove è stato occupato anche il palazzo della giustizia. E se Gaza - da dove continuano a piovere razzi, anche su Tel Aviv - resta il fronte principale, il confine con il Libano è ormai zona di guerra aperta con nutriti lanci da parte degli Hezbollah e l'altrettanto robusta risposta israeliana che, secondo media libanesi, ha colpito e danneggiato pesantemente la chiesa di San Giorgio a Yarun, a pochi chilometri dalla linea di demarcazione. 

(Unioneonline/L)

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