Le Brigate al Qassam hanno riferito ad al Jazeera di avere consegnato i resti di Shiri Bibas alla Croce Rossa, con l'istituto di medicina legale israeliano già impegnato per il riconoscimento. Una vicenda, quella della donna rapita nel kibbutz di Nir Oz con i due figli di nove mesi e tre anni da Hamas, tutti poi brutalmente assassinati, che ha fatto infuriare Israele. Anche per la crudeltà, riscontrata nell’esame autoptico, nella morte dei piccoli Kfir e Ariel, uccisi «a sangue freddo dai terroristi, a mani nude. Non li hanno uccisi sparandogli. Dopo la loro morte sono state compiute azioni orribili per coprire le atrocità commesse: hanno mutilato i corpi in modo che l'Idf potesse essere incolpato di averli uccisi in un bombardamento».

I risultati dell'esame autoptico «sono stati inviati agli alleati affinché vedano con i loro occhi e il mondo sappia come si comporta Hamas», ha riferito Daniel Hagari, portavoce dell’esercito di Israele.

Quanto alla salma di Shiri, la madre dei due piccoli, l'Idf aveva contestato ai jihadisti la mancata restituzione: al posto del corpo della donna, nella bara nera inviata da Hamas, sono infatti stati trovati i resti di un'anonima donna di Gaza il cui Dna non corrisponde ad alcuno dei rapiti. 

Un funzionario di Hamas, Ismail al-Thawabteh, aveva spiegato l'errore dichiarando che il corpo di Shiri Bibas «è stato fatto a pezzi e si è mescolato ad altri corpi sotto le macerie dopo un attacco israeliano».

Il presidente Usa Donald Trump, parlando a Fox radio news, ha commentato sdegnato la consegna delle bare: «È stato terribile, una scena barbara. È difficile credere che stia accadendo nell'era moderna», ha detto, lasciando intendere che Netanyahu vuole riprendere la guerra e che gli Usa lo sosterranno: «Bibi non ha alcun dilemma sul riprendere il conflitto».

Il governo di Gerusalemme intanto sembra non aver intenzione di far saltare l'accordo, perlomeno per il momento, mentre gli ultimi sei ostaggi vivi dei 33 da liberare nella prima fase dell'intesa stanno per tornare a casa, insieme con altri quattro corpi di rapiti morti. Ma Netanyahu ha voluto mandare un messaggio inequivocabile a Hamas, nella prima dichiarazione dopo l'identificazione dei fratellini Bibas. «Oggi il cielo trema. E' un giorno tragico. I selvaggi di Hamas li hanno strappati dalle braccia della madre, lei ha lottato come una leonessa per proteggerli. Immaginate il loro orrore. Immaginate la confusione. Bambini, per l'amor di Dio. Chi rapisce un bambino e un neonato e li uccide? Dei mostri. Ecco chi», ha detto in un messaggio video tenendo in mano la foto di Kfir e Ariel. «Come primo ministro di Israele, giuro che non avrò pace finché i selvaggi che hanno giustiziato i nostri ostaggi non saranno consegnati alla giustizia. Non meritano di camminare su questa terra. Niente mi fermerà. Niente», ha promesso con rabbia.

Nel frattempo la famiglia Bibas si stringe nel dolore. Il padre Yarden, rapito anche lui il 7 ottobre ma separatamente dal resto della famiglia e rilasciato due settimane fa, è stato informato direttamente da Hagari: «Mi ha guardato negli occhi e mi ha chiesto che il mondo intero venga a conoscenza e rimanga scioccato dal modo in cui hanno ucciso i suoi bambin», ha raccontato il portavoce dell'Idf. 

(Unioneonline/v.l.)

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