Juan Guaidò, l'autoproclamatosi presidente del Venezuela, dopo aver incassato al telefono il sostegno di Matteo Salvini - che in una chiamata realizzata durante l'incontro al Viminale con la sua delegazione ha ribadito la "dura presa di posizione contro Maduro" e il "sostegno al percorso costituzionale" che il presidente del Parlamento ha messo in moto per arrivare "al più presto" a elezioni - torna all'attacco del governo italiano.

Dopo aver espresso "sconcerto" per la linea neutrale dell'Italia sul Venezuela è infatti in attesa degli esiti degli incontri della sua delegazione a Roma per convincere il governo a schierarsi dalla sua parte, insieme con quasi tutta Europa.

"Con profondo sconcerto - ha spiegato Guaidò in una lettera indirizzata al nostro Paese - non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni sotto l'egida della comunità internazionale e lo sblocco degli aiuti umanitari". E ancora: "Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia".

La delegazione venezuelana, dopo l'incontro al Viminale, è stata poi accolta alla Farnesina dal ministro degli Esteri Moavero Milanesi e "anche a nome del premier Giuseppe Conte".

"Non riconoscendo la legittimità di Maduro – ha tenuto a precisare il sottosegretario Riccardo Merlo - indirettamente riconosciamo l'Assemblea nazionale come organo che deve portare il Venezuela al più presto a nuove elezioni libere presidenziali".

Solo che, ha puntualizzato, "crediamo che non sia il momento di fare nomi di presidenti".

Una lina, dunque, di estrema prudenza, e che dovrebbe essere confermata anche in Parlamento, dove si punta a "sostenere il dialogo" per arrivare in tempi rapidi alla convocazione di nuove elezioni presidenziali.

(Unioneonline/v.l.)
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